tag:blogger.com,1999:blog-52354238245135699252024-02-20T18:54:24.416+01:00One shotPullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.comBlogger8125tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-20516159631636555852017-02-16T11:41:00.002+01:002017-02-16T11:43:55.147+01:00<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><b>La
Leggenda del Grande Padre</b></span><br />
<br />
<strong><span style="font-size: medium;"><br /></span></strong></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il vento
turbinava incessante e freddo portando con sé i fiocchi di neve
candida che sembravano danzare nell'aria come tante farfalle bianche,
senza riuscire a posarsi, malgrado la terra ne fosse ormai ricoperta
di uno strato spesso e perenne.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward, con
il fiato che si condensava in tante nuvolette, si fermò un attimo a
guardarsi intorno cercando di distinguere nella tormenta qualche
punto di riferimento per evitare di perdersi. Davanti a sé l' ampia
pianura si perdeva a vista d'occhio, tutta uguale e tutta
maledettamente bianca e fredda.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Vestito
interamente di pellicce per difendersi dal gelo, solo gli occhi
verdi e profondi spuntavano dalla sciarpa e dal cappuccio che gli
proteggevano la testa.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Seth, il suo
amico lupo, dallo spesso mantello morbido e folto dalle molte
tonalità di grigio e gli occhi di ghiaccio, cercò di attirare la
sua attenzione dandogli impaziente una colpo contro la mano con il
muso tutto bianco. Lui sapeva benissimo che non conveniva rimanere
fermi ed esposti alla vista di chiunque troppo a lungo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Da quando il
meteorite era caduto sulla terra cinque generazioni prima, il modo di
vivere degli uomini era drasticamente cambiato, così come il clima
diventato gelido e inospitale.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il pianeta,
su cui ormai l'uomo era diventato un animale raro, a causa
dell'impatto fortissimo, si era allontanato dal sole e adesso era
costantemente avvolto da una nuvola di polvere e neve che non
lasciava passare mai il calore necessario a sciogliere quel manto di
ghiaccio ormai perenne.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">I raggi del
sole, non riuscivano a penetrare quella fredda barriera e gli
uomini, ormai allo sbando, avevano dimenticato il vecchio modo di
vivere e la tecnologia ritornando indietro nel tempo ad uno stile si
vita assai più primitivo. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Tutto era
cambiato e tutto era stato dimenticato, poiché la maggioranza della
popolazione umana si era estinta nell'impatto e la restante era
sopravvissuta a stenti e fatica. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il nonno di
Edward, quando quest'ultimo era ancora un bambino curioso, gli aveva
raccontato molte favole a sua volta ereditate dal nonno di suo
nonno. Parlavano di strani oggetti costruiti di ferro in grado di
camminare da soli, di scatole parlanti e di uccelli che sfrecciavano
nel cielo lasciando lunghe scie bianche, ma soprattutto di prati
fioriti e cieli azzurri illuminati dai raggi ridenti del sole. E del
caldo, quel desiderio perenne e quella sensazione ormai dimenticata ,
che avrebbe permesso di girare loro senza pellicce addosso e il
germogliare della pianura che li circondava in mille colori invece
dell'attuale distesa perennemente bianca.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward
amava quelle favole inventate, che si tramandavano da generazione
in generazione, amava le fantasie che creavano nella sua mente e
le ascoltava avidamente sognando un mondo diverso mentre aiutava la
mamma a cucire o conciare le pelli, oppure quando più grande
accompagnava il padre a raccogliere la legna o imparava la difficile
arte della caccia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Era nato
venticinque anni prima in un piccolo villaggio poco lontano da
quello in cui adesso viveva e dove le poche persone che formavano
quella ristretta comunità condividevano tutto per cercare di
sopravvivere. Adesso ormai adulto era sposato con Bella, una delle
poche ragazze originarie del villaggio, e aveva una bambina dal nome
Renesmee che aveva festeggiato poche settimane prima i dieci anni.
Una piccola donna. Una delle rare speranze di sopravvivenza del
villaggio e del genere umano.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward la
mattina precedente aveva preso alcune provviste e baciato sulla
fronte le due donne che amava più della sua vita poi, con Seth, si
era allontanato senza più girarsi diretto verso l'ampio bosco alla
base delle montagne. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Bella, dal
canto suo, lo aveva salutato con le lacrime agli occhi per la paura
di non rivederlo più ma sapeva anche che, se uscire dal villaggio
in cui vivevano era pericoloso, non andare a caccia significava
morire di fame. E così, malgrado i rischi a cui si esponeva tute le
volte, Edward aveva dovuto partire ed affrontare il freddo e i
pericoli che quelle scorribande celavano costantemente. Per Bella
l'unica consolazione era che con lui c'era Seth, il fedele compagno
di avventure con cui Edward era cresciuto. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il lupo che
lui considerava ed amava come un fratello. Il lupo pronto a
sacrificare la vita pur di difendere il suo padrone e la sua
famiglia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Si Seth.
Purtroppo non riusciremo ad arrivare al villaggio prima che la luce
svanisca. E' ancora troppo lontano e non mi va di accamparmi nella
pianura per passare la notte, è troppo esposta ai pericoli. Andiamo
a cercare un posto che ci permetta di proteggerci da questa tormenta
e dal freddo di questa notte. Domani con il chiaro potremo
finalmente tornare a casa.”</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Poi con un
sospiro Edward si girò e rientrò nel fitto bosco che aveva lasciato
alle sue spalle. Accamparsi in quella bianca e uniforme distesa
sarebbe stato da pazzi, mentre lì sicuramente avrebbe trovato
qualcosa per nascondersi dal freddo e dai pericoli che l 'avvento
di quella nuova era aveva portato con sé.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Non solo il
meteorite aveva sconvolto la vita sulla terra e distrutto la civiltà
umana, ma l'aveva arricchita di una nuova razza pericolosa e
bellicosa: gli Uomini-Serpe.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Con il corpo
simile a quello umano, questi nuovi e inopportuni inquilini,
abituati a vivere nascosti nelle profondità della terra, si erano
subito ambientati colonizzando il pianeta malgrado il clima rigido.
Scavavano, infatti, le loro tane nelle profondità del terreno dove
il gelo non riusciva a penetrare e ne uscivano soltanto per
depredare i villaggi dei pochi umani superstiti. Edward, come tutti,
non sapeva esattamente il perché lo facessero, ma gli Uomini-Serpe,
chiamati così a causa della loro pelle che sembrava ricoperta di
squame verdognole, attaccavano i villaggi senza rubare nulla, solo
uccidendo gli adulti e portandosi via con sé i bambini.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Quale fosse
la sorte di quelle povere creature innocenti rapite, nessuno lo
sapeva. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E nessuno
poteva o voleva scoprirlo perché nessun adulto sopravviveva mai ai
saccheggi dei villaggi per cercare di svelare il mistero. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Erano poco
più di bestie, feroci e crudeli e gli uomini armati di piccole
lance, coltelli di selce e qualche antica arma di ferro sopravvissuta
al meteorite, cercavano di difendersi costruendo villaggi
fortificati, in modo da impedire il loro ingresso all'interno. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Villaggi
proprio come quello che Edward aveva lasciato quella mattina per
andare a caccia nel bosco, l'unico luogo ancora abitato da qualche
raro animale.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Era stato
fortunato ad imbattersi velocemente nel camoscio che adesso si
trascinava dietro legato ad un palo e quando trovò uno spuntone
roccioso tanto grande da potersi rannicchiare sotto per proteggersi
dalla neve e dal vento freddo, Edward iniziò a scuoiare e pulire la
sua preda. Portarsi dietro solo le parti utili gli avrebbe
risparmiato parecchia fatica il giorno dopo e gli avrebbe permesso di
attraversare più velocemente la pianura, esposta e pericolosa.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Con il
coltello levò, con meticolosa attenzione per non danneggiarla, la
pelle sfregandola poi con forza sulla terra e il pietrisco in modo
da ripulirla il più possibile. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La carne
invece la fece tutta a piccoli bocconi, prestando la massima
perizia per non sprecare nemmeno una piccola parte del suo prezioso
bottino. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Finita
quella lunga e faticosa operazione per premio si arrostì qualche
succulento bocconcino sul piccolo fuocherello fatto di legnetti
secchi. E ovviamente qualche boccone crudo lo elargì volentieri a
Seth insieme a qualche osso da sgranocchiarsi. In fondo era stato
lui a fare il lavoro più difficile trovando con il suo fiuto e
abbattendo con la sua agilità e potenza la preda per il suo
amico umano. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il resto del
bottino invece fu seppellito nella neve in modo che congelasse e non
andasse a male. A casa Bella lo avrebbe scongelato di volta in volta
per cucinarlo mentre una buona parte sarebbe stato donato ai vicini
del villaggio che a sua volta avrebbero all'occorrenza elargito erbe
medicinali, pelli, legna e tutto quello di cui avrebbero avuto
bisogno. La condivisione delle risorse era infatti il modo più
comodo e più semplice, per sopravvivere tutti in quel clima
ostile. La piccola comunità sapeva che aiutarsi l'un con l'altro era
l'unico modo per poter affrontare gli ostacoli che ogni giorno
mettevano a rischio la loro vita. E come tutte le altre cose anche i
loro figli, piccoli miracoli di vita, venivano accuditi e cresciuti
in comunità e assieme avrebbero vissuto o sarebbero morti.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La notte
passò veloce ed Eward ancora una volta ringraziò la presenza di
Seth che rannicchiato vicino a lui sotto la coperta contribuì a
scaldarlo abbastanza da consentigli di non perdere una mano o un
piede a causa del gelo, e la mattina, mettendosi sulle spalle lo
zaino, adesso molto più grosso e pesante a causa della carne
congelata, riprese il cammino con la tenue luce che gli illuminava
la pianura davanti a sé.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Dopo pochi
passi fatti sulla quella piatta distesa di neve lui si voltò a
guardare le montagne dietro alle sue spalle. Sembravano tanti denti
aguzzi che si stagliavano lontani e scuri contro il cielo. Un giorno
sarebbe salito lassù, si disse, solo per poter vedere cosa c'era
oltre e se quel pazzo di Mike aveva raccontato la verità. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il suo amico
infatti sosteneva con veemenza di aver incontrato alcuni anni prima
un vecchio, poi spirato fra le sue braccia, che gli aveva narrato di
un posto al di là delle cime montuose dove il terreno era
completamente verde e il sole illuminava e scaldava la valle da lui
chiamata Eden.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma Edward
era sicuro che l'Eden non esistesse e che il vecchio avesse delirato
in punto di morte. E poi valicare le montagne era impossibile, si
disse con un sospiro, volgendo i piedi e la mente nuovamente verso
casa e il suo amore che l'attendeva.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">A metterlo
in allerta fu per prima la colonna di fumo scura che scorse
all'orizzonte, poi il comportamento di Seth che con il pelo dritto
annusava per terra e nell'aria emettendo bassi ringhi di paura.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il fumo.
Edward non poteva sbagliarsi. La striscia grigia e densa che si
alzava nel cielo da dove avrebbe dovuto esserci il suo villaggio era
troppo grande e scura per rientrare nella normalità.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Con la paura
come compagna, il cuore che batteva tanto forte da rimbombargli nelle
orecchie, l'adrenalina che scorreva impetuosa nelle vene, iniziò
una folle corsa per raggiungere la sua famiglia. Non si guardò più
in giro, smise di controllare e nascondersi per la paura degli
uomini-serpe. L'unica cosa che contava era correre da loro. Era poter
riabbracciare sua moglie e sua figlia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Seth più
agile e leggero lo precedette ed Edward lo vide sparire dietro alle
porte sfondate della recinzione che avrebbe dovuto proteggere gli
abitanti e tenere fuori i nemici.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Senza
fermarsi in preda ad un terrore cieco, si fiondò dentro per poi
immobilizzarsi di colpo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Le capanne
bruciavano e i corpi dei sui amici erano sparsi per terra riversi
nella desolazione della morte. Gli occhi gli bruciavano. Forse era
colpa del fumo o forse più probabilmente si stava rendendo conto
dell'accaduto. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Stava
infatti iniziando a realizzare che ciò che aveva lasciato il giorno
prima non c'era più. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Con le
guance rigate di lacrime salate che cristallizzavano irrigidendo la
sciarpa, Edward iniziò ad avanzare lentamente guardandosi intorno
sotto shock pregando che qualcuno lo svegliasse da quell'incubo
orrendo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Furono i
guaiti disperati di Seth ad attirare la sua attenzione. Il lupo
accucciato per terra piangeva sommessamente leccando il viso della
sua padrona.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Bellaaa!”
</span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'urlo gli
uscì dalla gola con la voce roca mentre in preda alla disperazione
si precipitò, verso il corpo riverso di sua moglie: della donna che
amava, della sua compagna di vita, di colei che aveva generato la sua
bambina. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Bella era
immobile. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il corpo
semi assiderato coperto dalla neve la faceva assomigliare ad una
bambola di ceramica ed era talmente bianca in viso da sembrare una
macabra scultura di ghiaccio. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Con
dolcezza, Edward l'abbracciò stringendola convulsamente a sé,
baciandole le guance gelide, cercando di riscaldare quel corpo
freddo e immobile con il suo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Bella”
ripeté singhiozzando accarezzandole e spostandole dal viso esanime
i lunghi capelli marroni coperti di cristalli bianchi.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Ed...ward”
il suo sussurro fu poco più di un mormorio indistinguibile nel
vento.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Bella
sono qua. Resisti tesoro.” le rispose lui sollevato e disperato nel
contempo mentre si apriva la giacca di pelliccia per scaldarla con
il tepore del suo corpo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Per me è
troppo tardi. Non sento più nulla. Vai via Edward. Corri a cercare
la nostra Renesmee, la nostra bambina” mormorò lei con un filo
di voce impercettibile cercando di alzare le palpebre pesanti per
guardare un ultima volta in viso il suo amore. Poi con un ultimo
sforzo che sembrava titanico, incerta e tremante alzò un braccio
per sentire il calore del suo viso, il profilo della sua mandibola
squadrata, le lunghe ciglia che valorizzavano i suoi occhi verdi e
magnetici che l'avevano fatta innamorare di quel ragazzo del
villaggio vicino con cui il padre scambiava beni.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Adesso
penso a tè. Costruisco una capanna, ti accendo un fuoco...” come
poteva chiedergli di lasciarla lì a morire? Lui doveva salvarla!</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Sto
morendo amore mio. Per me è ormai troppo tardi. Il mio corpo è
spezzato e congelato. Ma la nostra Renesmee è viva. Gli
Uomini-Serpe hanno catturato anche lei insieme agli altri bambini.
Devi trovarla! Devi salvare il frutto del nostro amore... ti
prego. ” </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward la
guardò sconvolto sentendola tremare violentemente mentre stringeva
forte la sua mano gelata per cercare di trattenerla con sé. Non era
pronto a lasciarla andare via, ma Bella con un ultimo soffio di
vita e un sorriso stentato gli mormorò con un filo di voce “
Addio, Edward, adesso devo proprio andare...” poi con un ultimo
gemito soffocato spirò fra le sue braccia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sconvolto da
quella perdita, piangendo sommessamente, continuando a stringerla a
sé con la speranza che si svegliasse nuovamente, che non lo
abbandonasse, Edward rimase lunghi minuti con il corpo di sua moglie
adagiato fra le braccia, incapace di lasciarlo, incapace di
arrendersi all'evidenza. La chiamava e l'accarezzava in lacrime nel
tentativo disperato di richiamarla indietro.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma lei era
morta. Il suo amore non c'era più. Lo aveva lasciato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sarebbe
stato tanto facile sdraiarsi lì al suo fianco ed aspettare che il
freddo prendesse anche lui portandolo dove era andata lei. Tanto
semplice e confortante ma completamente assurdo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Aveva una
figlia ancora viva. Aveva la sua bambina per cui continuare a vivere
e per cui lottare.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Gli
Uomini-Serpe, l' avevano catturata e lui Edward l' avrebbe liberata.
Lo doveva a Bella, lo doveva al loro amore ormai distrutto.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ecco perché
con la forza della disperazione scavò il più velocemente possibile
nella terra gelata una fossa dove calare il corpo della sua Bella,
ecco perché con le mani ancora sanguinanti e il dolore per compagno,
senza perdere altro tempo se non quello di recuperare qualche oggetto
utile, si mise con Seth sulle tracce di quelle bestie assassine.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il lupo gli
faceva strada. Se la neve che continuava a cadere incessante copriva
le orme dei rapitori, il naso di Seth non si faceva ingannare e
seguiva il loro odore caratteristico senza difficoltà.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Avevano
diverse ore di vantaggio ma lui non si sarebbe arreso. Avrebbe corso
fino allo sfinimento, avrebbe lottato e forse sarebbe morto nel
tentativo di salvare la sua bambina. Non avrebbe abbandonato il
frutto del suo amore al suo destino, né lei né gli altri piccoli
che si erano portati via.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Gli
uomini-serpe avrebbero pagato per quello che avevano commesso, lui
Edward Cullen avrebbe ucciso e avrebbe riportato a casa, a qualsiasi
costo, sua figlia !</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward
correva incurante del tempo che passava e del buio che
sopraggiungeva. Neppure quando calò la notte si fermò. L'unica
pausa che si concesse a metà pomeriggio fu per bere un po' d'acqua e
per spartirsi qualche pezzetto di carne affumicata prelevata dai
resti delle capanne, con Seth, poi sempre seguendo il suo lupo
riprese implacabile e instancabile la caccia. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La neve
cadeva lenta. Il vento si era leggermente placato ed il grosso
cratere, dove avevano le tane gli Uomini- Serpe, era ormai vicino, ma
questo lui non poteva saperlo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward si
fermò per prendere fiato e stirare la schiena indolenzita dal
peso dello zaino. Poi tirata fuori un bicchiere sciolse un po' di
neve da poter bere per lui e Seth.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">I bambini
non erano lontani visto che poteva vedere alcune tracce non ancora
coperte dalla neve lasciate dal piccolo gruppo che stava
inseguendo. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Probabilmente
si trovavano dietro alla collina che in quel momento gli faceva da
riparo. Ma se voleva affrontare quelle bestie con una minima
speranza di successo, doveva essere riposato e lucido. La cosa più
difficile fu tenere Seth al suo fianco tranquillo, perché il lupo
con il pelo dritto continuava a ringhiare sommessamente annusando
l'aria e guardandosi intorno con gli occhi semi chiusi come se
scrutasse la morte in arrivo. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Era un
guerriero e come tale voleva affondare i suoi denti nella gola di chi
aveva osato fare del male alla sua famiglia adottiva.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward dopo
essersi rifocillato e riposato si affacciò strisciando lentamente
dalla cima dell'altura che lo proteggeva dai loro sguardi. E li
vide. Vide i bambini e la sua Renesmee avanzare con difficoltà
nella neve. Erano legati tutti assieme da lunghe e pesanti corde che
bloccavano loro le mani e le caviglie. Sembravano tante bestie
portate al macello. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il più
grande Emmett era in cima alla colonna, dietro a lui c'era un
bambino più scuro di carnagione che Edward non riconobbe, mentre in
fondo la piccola Alice era appena caduta per terra e piangeva
disperata mentre uno di quei mostri usciti dai peggiori incubi degli
uomini la stava prendendo a calci per farla rialzare.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il piccolo
Jasper, con fare bellicoso si intromise tra i due cercando di
allontanare l'Uomo-Serpe per proteggere la bambina impaurita ma
l'unica cosa che ottenne fu un calcio che lo fece cadere a sua volta
addosso alla piccola Renesmee che osservava terrorizzata ed impotente
la scena.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Stai
fermo” l'ordine di Edward bloccò Seth che era già pronto ad
avventarsi su quella bestia squamosa per proteggere la sua piccola
padroncina, la sua sorellina senza peli, che era chiaramente in
procinto di crollare come l'altra bambina.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il lupo
voltò fieramente il muso verso di lui ed emise un piccolo mugolio di
protesta per nulla soddisfatto dell'ordine ricevuto. I suoi occhi
brillavano di ira e sembrava che gli stesse parlando, che stesse
protestando per quell'imposizione del suo amico che non capiva. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma Edward
sapeva che in uno scontro diretto con gli uomini-serpe avrebbero
avuto la peggio. Non voleva morire, non poteva rischiare di fallire,
perché sapeva che era l'unica speranza per quei bambini, l'unica
speranza per sua figlia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Loro erano
in sei. Gli uomini del suo villaggio si erano battuti bene portando
con loro nel lungo viaggio della morte diversi Uomini-Serpe. Ma erano
troppi ugualmente per affrontarli a viso aperto. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E così con
il cuore che sanguinava, con il dolore che scavava nel suo petto una
caverna piena solo d'ira, decise di aspettare. Silenziosamente come
un fantasma scivolò indietro da dove era venuto e si nascose
raggomitolandosi in un buco scavato nelle neve tenendo vicino a sé
Seth. Era meglio dormire e riposare.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Anche gli
Uomini-Serpe furono costretti a fermarsi. Chiaramente i bambini erano
troppo stanchi per continuare a marciare e la piccola Alice non
faceva che cadere rallentando il cammino di tutti. La soluzione più
facile sarebbe stata quella di ucciderla e levarsela dai piedi, ma
era impensabile per quegli esseri avidi. Era un essere giovane e
sana. Sarebbe stata un ottimo nido per la riproduzione.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Così si
fermarono e i bambini infreddoliti, spaventati, affamati e stanchi si
rannicchiarono uno vicino all'altro cercando di confortarsi e di
scaldarsi a vicenda. Presto le lacrime di Alice smisero di scorrere
quando fra le braccia di Renesmee, che la coccolava, si addormentò
sfinita.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Emmett
divise i minuscoli pezzettini di cibo che gli vennero consegnati fra
di loro controllando che Rosalie non mangiasse più degli altri
mentre il piccolo Jasper regalò la sua razione ad Alice sperando
che il cibo le desse l'indomani la forza di camminare. Anche il bimbo
sconosciuto accettò il cibo da Emmett e lo divorò avidamente con
un cenno di ringraziamento verso il bambino più grande.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Nessuno di
loro sapeva cosa li attendeva e lo spirito di sopravvivenza messo a
dura prova dalla loro breve vita era già molto sviluppato. Abituati
a combattere contro il freddo, la fame e la paura, cresciuti in un
ambiente al limite della sopravvivenza, già in grado di lavorare
affianco agli adulti del villaggio, i bambini erano dei piccoli
uomini e delle piccole donne capaci di aggrapparsi alla speranza e
al desiderio di vivere come unico scopo di vita.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Era notte
fonda quando Seth, con un balzo improvviso, squarciò la gola al
primo Uomo-Serpe mentre Edward affondava il suo coltello nella
schiena della seconda sentinella tappandogli nel contempo con la
mano libera la bocca contenente una lunga lingua biforcuta nera.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma i nemici
di guardia erano tre, e il terzo mostro, quando si accorse
dell'accaduto, emise un verso spaventoso e ripugnante svegliando gli
altri compagni mentre si precipitava correndo contro Edward con gli
artigli al posto delle mani pronti ad ucciderlo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Seth, però
non si distrasse e gli saltò sulla schiena facendolo ruzzolare due
secondi prima che questi colpisse Edward intento a finire il suo
avversario, mentre gli altri tre incubi venuti dal cielo si
scagliarono contro di loro emettendo sibili spaventosi.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E poi fu il
caos.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward
cercava di combattere con il suo coltello, evitando i loro colpi e i
loro artigli ma soprattutto le loro lingue biforcute che lunghe e
forti cercavano di arrotolarsi sul suo collo per soffocarlo. Anche
Seth con i suoi denti e le sue unghie affilate si batteva ringhiando
disperato. Lui voleva salvare i suoi padroni a qualsiasi costo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma gli
Uomini-Serpe non erano da meno. Sapevano uccidere, lo facevano con
gioia e lo avrebbero nuovamente fatto senza alcun ripensamento.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il corpo a
corpo durò alcuni lunghi ed estenuanti minuti mentre i bambini
gridavano avvertimenti e scagliavano palle di neve negli occhi o sul
viso dei loro carcerieri.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Infine
Edward, con tutta la forza che gli restava, si girò di scatto, e
d'istinto infilò il suo coltello dentro la bocca aperta del mostro
che da dietro lo stringeva con la lingua minacciando di soffocarlo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La bestia
si accasciò esanime ed Edward tagliata quella schifosa protuberanza
che lo stringeva al corpo del nemico morente, si guardò intorno alla
ricerca di un nuovo pericolo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma in piedi
adesso c'era solo lui.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Gli
Uomini-Serpe erano tutti morti e giacevano nella neve macchiando il
candido suolo con il loro schifoso sangue verde.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward
ancora incredulo si lasciò scivolare in ginocchio respirando
velocemente, cercando di riprendere il controllo di sé e di calmare
i battiti del cuore. Era vivo, ce l'aveva fatta!</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Papà!”
La voce di Renesmee lo riscosse e lo costrinse ad alzare lo sguardo
incrociando così quello spaventato della sua bambina.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lì
inginocchiata sulla neve con ancora le corde che gli stringevano i
polsi la sua amatissima creatura lo osservava piana di stupore e
gioia.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Senza
attendere altro Edward si alzò e corse dai bambini liberandoli
tutti dalle corde per poi subito abbracciarsi stretto la sua
piccolina e scoppiare assieme a lei in un pianto liberatorio. Aveva
avuto tanta paura di perderla, di deludere Bella che aveva sperato in
lui, di morire nel tentativo inutile di liberarla. E invece! Invece
erano nuovamente insieme e liberi, sebbene ancora in pericolo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Poi con un
sospiro Edward alzò nuovamente gli occhi e incontrò quelli pieni di
lacrime degli altri bambini del villaggio che si erano avvicinati
titubanti. Non ci voleva molto a capire. Lui era chiaramente solo, e
questo significava che nessuno dei loro genitori era sopravvissuto, e
il sollievo di sapere che erano salvi si stava trasformando in
angoscia per il futuro.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Edward
allora spalancò nuovamente le braccia invitandoli ad unirsi a lui,
accogliendoli in quel nido d'amore che avevano tutti disperatamente
bisogno. E insieme si strinsero forti mentre la neve continuava a
cadere ricoprendoli di bianco e andando a cancellare lentamente le
tracce del combattimento.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Papà può
venire anche lui con noi?” la voce di Renesmee riscosse Edward che
alzato gli occhi si accorse che nel suo abbraccio mancava il bambino
a lui sconosciuto che intimidito non aveva osato avvicinarsi.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Come ti
chiami?” gli chiese.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Jacob. Il
mio nome è Jacob.” rispose prontamente il bimbo senza avere però
il coraggio di guardarlo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il piccolo
si fissava ostinatamente i piedi dondolando sul posto. Stava
dimostrando di essere un duro, pensò Edward con un sorriso. “Vuoi
venire con noi Jacob. Vuoi diventare mio figlio come loro?”</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il bambino
alzò gli occhi e lo fissò un attimo pieno di meraviglia e di
sollievo, prima di fare un balzo e finirgli fra le braccia dove
Edward si affrettò a stringerlo assieme agli altri.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Si sarebbe
preso cura di loro. Di tutti loro. Pensò rendendosi conto che lui
era la loro unica possibilità di sopravvivenza, il loro unico punto
d'appoggio.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Poi
all'improvviso come un lampo che squarcia le nubi Edward si rese
conto che mancava qualcosa a quel quadro idilliaco e mentre
allungava ai bambini lo zaino per permettergli di rifocillarsi si
guardò intorno con l'angoscia che gli deturpava il bel viso in una
smorfia spaventosa.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Fu allora
che lo vide. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Seth giaceva
poco lontano da loro, il corpo peloso ormai ricoperto dalla neve,
freddo e immobile nella morte.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Nooo”
l'urlo di Edward rimbombò nella pianura facendo sussultare i bambini
spaventati, mentre correva verso il corpo del suo fratello peloso.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Inginocchiato
nella neve se lo strinse convulsamente a sé e diede libero sfogo
alle lacrime che non riusciva più a trattenere. Pianse per lui e
per Bella, pianse per gli abitanti del villaggio che aveva conosciuto
ed amato. Pianse per la vita che aveva perso e per il futuro incerto
che l'attendeva e guardando Seth fra le sue braccia si rese conto di
quanto gli sarebbe mancato.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lo aveva
trovato nella neve da solo e salvato quando era solamente un
cucciolo indifeso, lo aveva allevato e condiviso con lui ogni cosa e
adesso Seth aveva restituito con orgoglio e fierezza il dono
della vita che aveva ricevuto a suo tempo da Edward.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il buon
senso avrebbe suggerito ad Edward di scuoiarlo e prendere la sua
carne, ma non poteva farlo, non a lui. Così, aiutato dai bambini,
si limitò a seppellirlo nella neve ai piedi della collinetta. Poi
preso un grosso masso lo rotolò sopra quella tomba improvvisata per
nascondere il suo corpo da eventuali predatori e per segnare il luogo
in cui avrebbe riposato per sempre. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Addio
Seth. Addio amico mio. Non mi dimenticherò mai di te” lo salutò
un ultima volta il mattino seguente quando condusse via i bambini
riposati, verso il bosco, l'unico posto che conosceva in cui forse
avrebbero potuto essere al sicuro dagli Uomini-Serpe.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Stringendo
Renesmee con una mano e Jacob con l'altra osservava davanti a se
camminare Emmett e Rosalie per mano, preceduti da uno spavaldo
Jasper che faceva strada, mentre la piccola Alice, con i piedi ancora
doloranti, era arrampicata sulle sue spalle.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Erano una
buffa colonna, fatta solo di speranza, pensò Edward quando alzando
gli occhi verso le montagne vide stupito per un attimo brillare i
ghiacciai sulle loro punte.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Allora il
sole esiste!” esclamò pieno di stupore . </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Forse il
vecchio non aveva mentito a Mike. Forse sul serio dietro alle
montagne esisteva una valle verde e il sole caldo.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Forse quello
era un segno del destino, meditò, sorridendo ai bambini che ignari
di tutto camminavano a testa bassa per ripararsi dalla neve che aveva
ripreso a cadere più fitta su di loro...</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Forse l'Eden
non era una favola come pensava e se lo avessero trovato...</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">* * * </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E la realtà
divenne storia, la storia divenne leggenda, e la leggenda si tramandò
da generazione in generazione, finché molte centinaia di anni
dopo nella valle chiamata Eden un bambina, riparandosi gli occhi dal
sole, chiese a sua madre “Mamma mi racconti ancora una volta la
Leggenda del Grande Padre ?”</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La donna gli
sorrise e annui mentre si chinava sulla verde pianura a raccogliere
un fiore bellissimo dai petali bianchi screziati di nero, che
portava il nome di Seth, e che era il simbolo della loro comunità. </span>
</div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E mentre
stringeva fra le dita quel lungo e forte stelo verde con la voce
dolce e impostata iniziò a raccontare “ Il vento turbinava
incessante e freddo portando con sé i fiocchi di neve candida che
sembravano danzare nell'aria come tante farfalle bianche...”</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><i><b>FINE</b></i></span></div>
Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-90110591332748732802017-02-16T11:39:00.000+01:002017-02-16T11:42:17.119+01:00<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;"><i><b>La
Decima Tacca</b></i></span></span><br />
<strong><em><span style="font-size: medium;"><br /></span></em></strong></div>
<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
prima cosa che Edvard percepì riprendendo conoscenza fu il gusto
della terra e del sangue che gli avevano impastato la bocca. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Poi
fu l'odore pungente e soffocante del fumo a risvegliarlo del tutto e
a riportarlo alla realtà. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sbattendo
gli occhi si sforzò di aprirli. Erano incollati dal sangue che gli
gocciolava da un taglio sulla fronte e, solo dopo qualche tentativo,
riuscì a mettere a fuoco la scena che lo circondava.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Cadaveri!</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
attorniato dai corpi martoriati della gente del suo villaggio. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Con
gli occhi sbarrati dall'orrore si guardò intorno, mentre calde e
amare lacrime scivolavano copiose, lasciandogli candidi solchi sulle
guance sporche di terra e cenere.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Alte
e colorate, le fiamme si alzavano dai tetti delle capanne, sembrava
danzassero allegre dentro al fumo che saliva nero nel cielo,
incuranti e indifferenti ai corpi riversi nella desolazione della
morte. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Tutto
intorno a lui gemiti di dolore </span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">provenient</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">i</span></span></span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">
</span></span><span style="font-size: medium;">dai feriti coprivano il crepitare delle
fiamme, mentre i soldati romani passavano tra i moribondi mettendo
fine alle loro sofferenze.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard,
steso a terra, la coscia trafitta da una freccia, il braccio sinistro
che non rispondeva ai suoi comandi, un piccolo ma doloroso taglio
sulla fronte, osservava la scena come fosse stato uno dei numerosi
corvi che volavano alti nel cielo pregustandosi il bacchetto che li
attendeva. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
voleva credere a ciò che vedeva, non voleva accettare la nuda e
cruda verità.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">A
pochi metri da lui, la sua casa, quella stessa casa di legno e
paglia, spartana ma confortevole, in cui era cresciuto felice e
spensierato fino a poche ore prima, stava bruciando, ed era sicuro
che al suo interno, se avesse avuto la forza e il coraggio di andare
a controllare, avrebbe trovato il corpo di sua madre e di sua
sorella. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Probabilmente
le avevano violentate o forse, se erano state fortunate, una spada
pietosa aveva messo velocemente fine alle loro sofferenze. Il padre,
invece, ricordò all'improvviso con un brivido di dolore, giaceva
pochi metri più in là trafitto al petto da tre frecce di quegli
assassini che avevano colpito a tradimento. Era morto quasi subito
fra le sue braccia, non una parola, non un gemito, solo un'ultima
carezza sul viso del figlio. Un saluto e la speranza che almeno lui
sopravvivesse a quella carneficina annunciata. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
Edvard ricordava ancora le storie tremende che gli anziani
raccontavano la sera vicino al falò, sulle sorti dei prigionieri di
guerra dei romani.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">Mormoravano</span></span><span style="font-size: medium;">
spaventati che gli invasori bruciassero vivi su un enorme rogo i
superstiti alle loro stragi o che li legassero ad una croce,
lasciandoli poi a perire lentamente di dolore, fame e sete.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
non voleva finire così, non voleva morire tra atroci sofferenze. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lui,
</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">all'apparenza</span></span><span style="font-size: medium;">,
era solo un ragazzo ma per la gente del suo villaggio era già un
uomo e un guerriero. Per questo non si sarebbe arreso, non avrebbe
cercato una pietà inesistente nei suoi nemici, ma sarebbe morto
stringendo un'arma fra le mani, onorando così la sua famiglia, il
suo popolo e i suoi dei.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
suo braccio destro, l'unico che ancora funzionava, strisciò
lentamente sul terreno fino a che la sua mano non strinse l'elsa del
gladio nemico che giaceva abbandonato lì vicino. La punta era rotta,
la lama scheggiata, ma ad Edvard non importava, sarebbe bastata per
battersi. Sapeva che non sarebbe comunque sopravvissuto e che
scappare era impossibile. Quindi l'unica sua speranza era cercare una
morte rapida ed indolore battendosi contro i suoi nemici.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Puntellando
il gladio contro il terreno diventato fangoso dal sangue versato e
dalla pioggia caduta quella notte, facendo leva con il braccio e la
gamba sana si tirò in piedi e osservò la pattuglia di cinque
soldati che si stavano avvicinando cercando, fra i corpi dei morti,
quelli dei loro compagni disseminati sul terreno per </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">dar
loro</span></span><span style="font-size: medium;"> una degna sepoltura. I cadaveri dei
barbari, come li definivano i legionari, sarebbero stati invece
lasciati in pasto alle bestie selvatiche.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ehi,
guardate là. C'è ancora uno di quei bastardi in piedi.” La voce
del soldato romano coprì il crepitare delle fiamme e il gemito dei
moribondi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
suoi quattro compagni si voltarono, videro Edvard, e si avvicinarono
spavaldi e sicuri di sé. Lui li aspettava e quando il più assetato
di sangue gli si avvicinò stringendo il suo gladio, Edvard colpì
con tutta la forza che aveva. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
soldato si scostò illeso e scoppiò a ridere nell'osservare il
ragazzo finire a terra e provare ad alzarsi lentamente a causa delle
sue ferite.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Questo
idiota vuole ancora combattere” esclamò il legionario ridendo di
lui mentre con un piede colpiva Edvard nel sedere facendolo
nuovamente cadere e rotolare nel fango.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
coro di risate scoppiò mentre i soldati, ancora ebbri del sangue
versato ed eccitati dalla facile vittoria riportata in quelle terre
ostili, additavano il ragazzo, divertendosi a schernirlo. Ma Edvard
non voleva cedere alla disperazione, e la certezza della sorte, che
pensava attenderlo se si fosse arreso docilmente a quegli assassini,
gli diede la forza di alzarsi ancora una volta in piedi. Poi
all'improvviso, radunando le ultime forze che aveva e tutta la rabbia
che provava, si scagliò con un ringhio contro l'uomo più vicino a
lui. I due caddero a terra in un groviglio di braccia e gambe e solo
l'intervento dei suoi amici salvò il soldato romano dalla morte.
Edvard infatti era riuscito a colpirlo con l'elsa della spada alla
testa e, se non lo avessero prontamente bloccato gli altri legionari,
lo avrebbe senz'altro finito in pochi secondi tagliandogli la gola.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
soldati lo strattonarono via e lo misero in ginocchio tenendolo fermo
con le loro mani forti e robuste mentre lui, sporco di fango e
sangue, continuava a divincolarsi indomito. Poi il più anziano in
grado, mormorando frasi che Edvard non poteva capire, ma che
supponeva fossero insulti, alzò la spada con l'intento di
decapitarlo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Fermo
Lucio. Non lo uccidere” la voce del legato Publio Cornelio arrivò
ferma e perentoria. Era un ufficiale molto giovane, quasi un ragazzo,
piccolino e magro ma nonostante tutto aveva ottenuto presto la sua
posizione e il rispetto dei suoi uomini. Ma soprattutto aveva un
senso dell'onore tutto suo e un'arguzia per gli affari non
indifferente. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Legatelo
e mettetelo con gli altri prigionieri. Lo porteremo a Roma e lo
rivenderemo come schiavo. È un buon lottatore a quanto pare e
scommetto che il nobile Claudio ce lo pagherà molto bene. Ha tutte
le carte in tavola per diventare un buon gladiatore.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
non capì una sola parola di quello che il Legato disse e non ebbe
neanche occasione di ragionarci sopra perché perse subito i sensi
quando i soldati, dopo avergli legato le braccia dietro alla schiena,
lo colpirono alla testa per farlo stare fermo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
non conosceva la lingua di Roma e nemmeno i suoi usi o i suoi
costumi. Non sapeva cosa fossero i gladiatori né quale sarebbe stato
il suo futuro, ma presto l'avrebbe scoperto... </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Presto
sarebbe diventato un famoso gladiatore, un </span><span style="font-size: medium;"><i>secutor
</i></span><span style="font-size: medium;">amato e conosciuto con il soprannome di
</span><span style="font-size: medium;"><i>Smargidus</i></span><span style="font-size: medium;">, smeraldo,
dovuto ai suoi occhi verdi, brillanti e splendenti. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Con
la fatica, il dolore e il coraggio dimostrato nell'arena ad ogni
combattimento, avrebbe presto conquistato l'affetto e il rispetto del
popolo romano e il cuore delle matrone che se lo contendevano,
ammaliate da quella grazia e agilità che lo contraddistingueva in
ogni duello.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
il suo vero nome e le sue origini sarebbero andate dimenticate nel
corso degli anni, lasciando solo il suo soprannome impresso nelle
menti dei romani fino a quando...</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">* * *</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus,
sveglia c'è una ragazza che ti cerca.” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
aprì gli occhi lentamente, si tirò in piedi e iniziò a
stiracchiarsi come un gatto. Il suo corpo nudo, muscoloso e pieno di
cicatrici era cambiato da quando era stato portato e rivenduto come
schiavo alla scuola per gladiatori gestita dal nobile Caius, un uomo
che si mormorava fosse molto vicino all'Imperatore Domiziano e che si
era arricchito con i combattimenti dei suoi gladiatori, che allenava
e faceva esibire negli spettacoli più importanti della capitale.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">La
sua scuola, la </span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus Magnus, </i></span><span style="font-size: medium;">era
famosa per la sua durezza ma i suoi gladiatori erano fra i migliori
combattenti esistenti in tutto l'impero, tanto che lo stesso
Imperatore Domiziano assisteva spesso agli spettacoli di lotta dentro
ad uno strapieno Colosseo che aveva contribuito ad ampliare.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">A
chiamare Smargidus era stato un altro gladiatore soprannominato
Invictus, ossia l' invincibile. Nessuno ne conosceva il nome vero e a
nessuno importava di saperlo. Diventare gladiatori significava
dimenticare e cancellare il proprio passato. Non esistevano più
nomi, razze, origini, a distinguerli. Ora erano solo uomini, solo
gladiatori!</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Erano
arrivati nello stesso periodo alla scuola di Caius, entrambi soli,
prigionieri e schiavi disperati. Avevano scoperto Roma e le sue
leggi, la sua lingua e le sue tradizioni ma, soprattutto il
significato della parola ubbidienza e, rassegnati al loro destino, si
erano allenati assieme duramente e con caparbietà, poiché entrambi
condividevano il grande sogno di riconquistare la loro libertà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
era grande e grosso, una montagna di muscoli dai corti capelli neri e
gli occhi scuri e sornioni. Un lago calmo e profondo in cui era
facile perdersi, uno specchio trasparente della sua anima allegra.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ad
Edvard bastava guardarlo negli occhi per capire ciò che gli frullava
per la mente e adesso, lo sguardo divertito dell'amico, che lui
considerava come un fratello, lo mise subito sul chi vive. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Si
erano allenati con gli altri tutta la mattina e, dopo il pranzo, gli
era</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">no</span></span><span style="font-size: medium;">
state concess</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">e</span></span><span style="font-size: medium;">
un paio d'ore di riposo durante le quali Edvard si era addormentato
sfinito.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Aveva
combattuto in allenamento come al solito impugnando il </span><span style="font-size: medium;"><i>rudis,
</i></span><span style="font-size: medium;">la spada pesante e smussata, contro Leo, il
leone, un altro suo grande amico chiamato così a causa della
capigliatura folta, </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;"> riccia</span></span><span style="font-size: medium;">
e biondissima.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Leo
era un vero guerriero esperto. Aveva già vinto 15 incontri
all'ultimo sangue e dopo aver conquistato la libertà dal suo status
iniziale di schiavo e tre palme d'oro aveva scelto di rimanere ad
allenare ed istruire gli altri gladiatori. Ormai famoso aveva
dichiarato che quella vita era ciò che desiderava. Aveva sesterzi in
quantità e donne che lo cercavano per i suoi favori dentro e fuori i
letti. Insomma non gli mancava nulla, ma malgrado la vita agiata che
tutti loro avrebbero potuto conquistare con il sudore e il sangue
versato, Edvard non avrebbe mai continuato a vivere lì come aveva
scelto Leo. Combatteva per la sua libertà proprio come Invictus e,
</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">sul collare che gli
ricordava la sua condizione di schiavo,</span></span><span style="font-size: medium;">
erano già incise nove tacche. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Una
ancora. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Gli
sarebbe bastato vincere ancora un altro incontro all'ultimo sangue e
sarebbe stato finalmente libero. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">Con
gli scontri minori, quelli nei quali nessuno moriva, ma che servivano
solo a divertire il pubblico e far lievitare le tasche a Caius,</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="font-size: medium;">aveva infatti accumulato già un discreto
gruzzolo che teneva nascosto dentro al proprio cuscino. Sesterzi che
lui incrementava anche in </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">un</span></span><span style="font-size: medium;">
altro modo e che gli avrebbero permesso di rifarsi una vita una volta
libero. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Rapido
si vestì sotto gli occhi divertiti di Invictus, “Cosa hai da
ridacchiare?” gli chiese capendo al volo che l'amico gli nascondeva
qualcosa.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Invictus
si strinse nelle spalle divertito. “Voglio vedere la faccia che
farai quando incontrerai la ragazza che ti aspetta.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
non aspettava nessuno e la curiosità aumentò mentre sorrideva al
compagno d'armi, “E' brutta?” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
saprei. Dipende se ti piacciono le cerbiatte come lei o se preferisci
le tigri arrabbiate come Agrippina.” Commentò alludendo alla
matrona che Smargidus incontrava regolarmente, in cambio di sesterzi,
per soddisfare i bisogni carnali della sua ammiratrice pazza di lui.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
sbuffò, e dando una pacca alla poderosa spalla dell'amico si avviò
al grande vestibolo sul quale si affacciavano la porta d'ingresso e
numerosi corridoi e scale che portavano alle varie stanze e alle
celle adibite a camere nelle quali riposavano i gladiatori. Da lì
inoltre si poteva anche accedere direttamente al cortile interno
usato per allenarsi o esibirsi davanti ad un piccolo pubblico.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
ragazza era ferma in piedi e si guardava intorno incuriosita ma
quando sentì i passi fermi e sicuri di Edvard, intimidita si
affrettò ad abbassare la testa. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Accompagnava
sempre la sua padrona a vedere i gladiatori combattere al Colosseo ed
era nervosa all'idea di conoscere Smargidus, l'idolo di tutte le
donne di Roma.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
entrò tranquillo e le si avvicinò.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ti
conosco?” Le chiese incuriosito mentre i suoi occhi vagavano sul
corpo di lei, soffermandosi sulle gambe lunghe nascoste dall'ampio
vestito, sui fianchi stretti e sul seno rigoglioso al punto giusto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">No...
io... mi manda la mia signora,” rispose lei balbettando e alzando
gli occhi su di lui per la prima volta.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
la guardò, le fissò il viso e socchiuse la bocca come per parlare
ma il fiato gli mancò mentre si perdeva dentro a due occhi enormi,
marroni, con mille pagliuzze d'oro al loro interno. I capelli lunghi
color castagna tirati indietro secondo le usanze del tempo,
incorniciavano un viso dolce e delicato su cui spiccava una bocca
piccola contornata da due labbra rosse e piene che sembravano
implorarlo di baciarle. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Per
un attimo entrambi rimasero in silenzio imbarazzati poi lei gli
allungò una pergamena arrotolata e chiusa da un nastrino.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
mia padrona ti manda questo messaggio,” sussurrò arrossendo
leggermente.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
la osservò, il suo meraviglioso sorriso sghembo dipinto sul viso
mentre sentiva il cuore battere vertiginosamente per poi bloccarsi
nel notare il collare di ferro che, come il suo, le cingeva il collo
lungo e delicato.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
una schiava, ed era sicuramente al servizio di Agrippina, pensò,
adombrandosi per la sorte di quel fiore raro e bellissimo che aveva
davanti.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Agrippina!
</span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sapeva
per certo che il messaggio proveniva da lei, la pergamena infatti
odorava di rose e gelsomino, il profumo che quella serpe in gonnella
metteva sempre.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Agrippina!
</span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
moglie del senatore Fabio Massimo che, ogniqualvolta suo marito si
allontanava, mandava lo stesso messaggio ad Edvard.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lui
non aveva bisogno di leggere, sapeva esattamente che c'era scritto </span><span style="font-size: medium;"><i>Ti
aspetto questa sera</i></span><span style="font-size: medium;"> e lui ci sarebbe andato.
Si sarebbe presentato, l'avrebbe assecondata e avrebbe giaciuto con
lei, poi presi i sesterzi sarebbe tornato alla </span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus
Magnus</i></span><span style="font-size: medium;">.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Aveva
bisogno di quelle monete elargite in cambio dei suoi favori e, anche
se lei non gli piaceva e, anzi, la disprezzava, i suoi sesterzi,
uniti a quelli guadagnati facendo il gladiatore, gli avrebbero
permesso di avere una vita agiata una volta che avrebbe conquistato
la sua libertà, sempre che, il dio della morte, non decidesse prima
di prenderlo per mano e portarlo via con sé.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
combattimenti erano sempre più duri e sempre più difficili e morire
non sarebbe stato poi così improbabile.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Aveva
visto molti amici rimanere feriti in maniera orrenda, restare
mutilati per sempre o, se il fato era favorevole, morire direttamente
nell'arena sotto gli occhi degli spettatori che urlavano il loro
giudizio.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Morte!”
gridavano se non erano soddisfatti del coraggio dei combattenti ed
essa calava inevitabile sul gladiatore prescelto dalla folla per
soddisfare la sete di sangue del popolo romano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
sorrise alla ragazza, poi le chiese “Come ti chiami?”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
lo guardò e, abbassando gli occhi sui calzari mentre si mordeva il
labbro inferiore innervosita, mormorò “Livia. Il mio nome è
Livia.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
allora Livia puoi riferire alla tua signora che staserà verrò da
lei,” rispose lui cercando di guardarla in volto ancora una volta,
poi aggiunse “Sei molto bella Livia, non privarmi dei tuoi occhi,”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
alzò la testa di scatto, lo fissò e poi si girò scappando come una
cerbiatta inseguita dai cacciatori.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Fermati,
non andartene. Rimani ancora qualche minuto con me,” le gridò
Edvard inseguendola con un balzo e bloccandola per un braccio.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Devo
andare. Se arrivo tardi lei mi farà frustare,” asserì la ragazza
con la voce che le tremava.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
pensò che fosse spaventata e lasciando la presa le disse “Scusami.
Vai pure” poi si girò e si allontanò a grandi passi sparendo
verso il cortile interno dove Leo lo aspettava per l'allenamento
pomeridiano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Isabella
rimase ancora lì un secondo, gli occhi fissi sulle sue gambe forti e
sulla sua schiena muscolosa. Nell'arena aveva potuto vedere il suo
fisico e le sue abilità, lì nella </span><span style="font-size: medium;"><i>ludus</i></span><span style="font-size: medium;">
aveva visto da vicino i suoi occhi e il suo sorriso. Non aveva
tremato per la paura come lui aveva immaginato, ma per l'emozione di
sentire le sue mani forti stringerla a sé.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Quell'uomo
era qualcosa d'incredibile, di magico, ma lei sapeva che lui era al
disopra di qualsiasi speranza.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Quel
gladiatore era proprietà privata di Agrippina, la sua padrona. Un
sogno irraggiungibile per un’umile schiava come lei, un desiderio
che sarebbe rimasto per sempre tale</span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">.</span></span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* *</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
arrivò puntuale alla </span><span style="font-size: medium;"><i>domus</i></span><span style="font-size: medium;">
della bella Agrippina. Pur essendo uno schiavo, aveva il permesso e
la libertà di recarsi da lei. Claudio sapeva che fare incontrare le
matrone ai suoi gladiatori non faceva altro che rafforzare la loro
fama e smorzare la loro fame. Un connubio che faceva solo del bene a
tutti e soprattutto alle sue tasche.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Erano
infatti spesso i nobili, spinti dalle loro mogli, a richiedere gli
incontri, e Claudio guadagnava proprio su questi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Stava
per bussare, quando il portoncino finemente decorato si aprì ed
Edvard si trovò davanti Livia.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Benvenuto.
La mia signora ti sta aspettando,” mormorò lei sempre tenendo gli
occhi rivolti verso il terreno per non incrociare i suoi due
meravigliosi smeraldi. Aveva paura di tradire i suoi sentimenti, che
lui le leggesse in volto la lussuria che aveva iniziato a covarvi
profonda.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lui
le sorrise mentre con due dita le </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">alzò</span></span><span style="font-size: medium;">
il mento fino a perdersi nei suoi occhi color cioccolato. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Te
l'ho già detto, sei molto bella. Non mi privare della vista del tuo
sguardo” poi senza preavviso attirato da una forza magnetica che
nessuno dei due sapeva potesse esistere, Edvard si avvicinò e posò
le sue labbra su quelle di Livia. I loro corpi tremarono e i loro
cuori iniziarono a battere forte all'unisono mentre lui metteva fine
a quella pazzia. Adesso li separavano pochi centimetri... metri,
chilometri parve loro non desiderando altro che toccarsi nuovamente,
che fondersi in un corpo solo.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus,
finalmente sei arrivato!” La voce di Agrippina arrivò come un
tuono improvviso ad interrompere quel momento magico, a risvegliarli
e riportarli alla realtà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
sospirò e si affrettò ad allontanarsi ancora di più da Livia,
spaventato dalle conseguenza che lei avrebbe potuto patire se
Agrippina avesse intuito quello che era appena accaduto fra di loro,
cercando di mostrarsi meno turbato di quanto lo fosse in realtà da
quell'unico bacio e da quel corpo che continuava a gridargli di
stringerlo a sé e ad attirare i suoi occhi. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Venere,
la dea dell'amore, aveva appena approvato il loro incontro. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Le
piaceva quel profondo e violento desiderio di avvicinarsi e baciarsi
che entrambi avevano provato in quel fugace contatto rubato e
sorridendo beata benedisse quella nuova coppia e quel nuovo
sentimento facendolo sbocciare in maniera definitiva e inarrestabile
nel loro cuore.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard,
pervaso da una strana energia che lo fece per un attimo tremare
violentemente, con calma studiata, calandosi sul viso una maschera
d'indifferenza e soffocando i propri desideri, si voltò sorridendo a
quella serpe a cui avrebbe venduto da lì a poco il suo corpo ma non
la sua anima.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Essa
ormai era stata rapita da Livia.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Agrippina
gli si avvicinò sinuosa come un gatto e il suo forte profumo entrò
nelle narici di Edvard che arricciò il naso per l'odore pungente
sforzandosi di sorriderle.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
lo afferrò per le possenti spalle e lo baciò con passione incurante
della presenza di Livia, mentre lui allungava le mani accarezzandole
il collo dolcemente, cercando di concentrarsi su di lei per
risvegliare il suo corpo dormiente.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Stasera
sei freddo nel baciare, Smargidus. Che cosa ti succede?” Gli chiese
Agrippina passando le dita sulle sue labbra ancora umide di lei.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
scosse la testa “Sono solo stanco” si giustificò tirando le
labbra in un sorriso che lui stesso percepì essere falso.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Oh
povero il mio Smargidus, dovrò sgridare quel cattivone di Claudio,
così non va bene. ” Rispose civettuola prendendolo per le mani e
attirandolo ancora più vicino a sé, poi, dopo un ultimo bacio
lascivo, si voltò di scatto “ Vieni, andiamo a letto. Hai bisogno
di riposare” affermò dandogli la schiena e tirandoselo appresso
per una mano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
la seguì accondiscendente e, mentre stava per uscire dal vestibolo
si voltò. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
suoi occhi cercarono ed incontrarono quelli di Livia. Quelli di lei
erano tristi, addolorati e rassegnati ma si riscossero e presero vita
incendiandosi, quando lui muovendo solo le labbra senza emettere un
fiato le disse “Perdonami. ”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Agrippina
si rese subito conto che le cose non andavano come al solito. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
suo Smargidus sembrava distratto, distante, e non riusciva a capire
il perché di quel comportamento anomalo e freddo. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Irritata
pensò di punirlo nel solo modo che conosceva: giocando con lui. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Così
quando giunsero nella sfarzosa camera dove dormiva normalmente, dopo
avergli intimato di stare immobile e in silenzio, iniziò ad usarlo:
spogliandolo lentamente, accarezzandolo nei posti in cui aveva
imparato essere più sensibile, godendo della sua pelle morbida e
liscia, dei suoi muscoli potenti, del suo ventre piatto e del suo
pene che piano piano reagiva al tocco fugace della sua padrona.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
la guardava spogliarlo e giocare con il suo corpo, accarezzarlo
languidamente e stuzzicarlo senza sosta, senza poter reagire o
muoversi. Sapeva quanto Agrippina odiasse se lui le disobbediva e
quanto potesse essere crudele a letto, ma soprattutto cosa lei si
aspettasse da lui. Doveva in ogni caso sforzarsi di soddisfarla come
al solito per non attirare l'attenzione su Livia. Aveva paura che
Agrippina </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">avesse scorto</span></span><span style="font-size: medium;">
la luce che aveva illuminato i loro occhi, il loro sguardo
disperato, la scintilla che aveva iniziato a bruciare nel </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">loro</span></span><span style="font-size: medium;">
animo. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
avida e prepotente, ma non stupida, la sua benefattrice.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Così
chiuse gli occhi con un sospiro e immaginò che quel corpo femminile
e caldo appartenesse a Livia e che fosse lei lì vicino ad
accarezzarlo in maniera languida e vogliosa.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Quando
Agrippina lo vide fremere ai suoi baci, quando si rese conto che lui
non sarebbe riuscito ancora a trattenersi immobile di fronte a quella
tortura studiata, convinta di essere la causa del suo desiderio, lo
fece sdraiare sul letto e, sfilatosi la cintura di cuoio, gli legò i
polsi alla testiera di legno pregiato.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lo
avrebbe fatto soffrire per la sua freddezza iniziale, lo avrebbe
torturato con studiata lentezza, lo avrebbe usato a suo piacimento
beandosi del suo bisogno e del suo corpo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
la lasciò fare, non si oppose malgrado gli sarebbe bastato fare
forza per spezzare o sciogliere quell’insignificante legame.
Aprendo gli occhi la guardò curioso fino a che lei gli buttò sul
viso una pezza di cotone spessa e bagnata.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
voglio che tu veda. Sentirai solo,” mormorò leccando le goccioline
d'acqua che scendevano lungo la sua gola scoperta.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
si irrigidì cercando di respirare sotto lo spesso panno mentre un
brivido violento di paura e lussuria lo scuoteva dal suo interno.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
Agrippina non aveva finito con lui e dopo averlo percorso con le
labbra fino ai suoi lombi gonfi, soffermandosi a leccare e gustare il
suo sapore, giocando con le goccioline che inumidivano la punta della
sua mascolinità, istigandolo a un piacere che non gli avrebbe ancora
concesso, si alzò bruscamente e afferrò una delle tante candele.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Impietosa,
godendo dei suoi lamenti e dei suoi </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">sussulti</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="font-size: medium;"> improvvisi </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">quando</span></span><span style="font-size: medium;">
la cera </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">gli </span></span><span style="font-size: medium;">cadeva
sulla pelle provocando le piccole bruciature inaspettate, Agrippina
continuò a torturarlo sommessamente lambendo con la lingua e
succhiando avidamente le zone arrossate e calde che si avvicinavano
sempre di più ai suoi genitali in un lento ed estenuante percorso di
desiderio e paura che eccitava sempre di più entrambi. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
quando fu stufa di quel gioco, quando il suo bisogno si fece
inarrestabile, senza preavviso, senza alcuna parola, tenendolo sempre
prigioniero della sua volontà lo montò come il cavallo di razza che
era, esplodendo insieme a lui.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
loro gemiti di piacere non più trattenuti si alzarono rompendo il
silenzio della stanza, impietosi delle orecchie che dietro la porta
ascoltavano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia,
accucciata nel corridoio, piangeva sommessamente immaginando Edvard
sopra la sua padrona montarla senza sosta, i suoi muscoli tesi, il
suo sorriso soddisfatto, i suoi occhi affascinati dallo spettacolo
mentre diventava rosso dallo sforzo e dal piacere che stava provando.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Ma
Livia non poteva sapere che sotto lo straccio bagnato, mentre il suo
amore proibito </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">raggiungeva
il piacere</span></span><span style="font-size: medium;"> per trovare la pace dei sensi
e soddisfare la sua benefattrice, Edvard piangeva e la sua bocca era
tirata in una smorfia di vergogna mentre la sua mente era concentrata
proprio su Livia... la donna con la quale immaginava e desiderava
fare sesso in quel momento. La fantasia che gli stava permettendo di
adempiere al suo dovere e soddisfare la bella e perversa Agrippina.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
le orecchie di Livia non erano le sole ad ascoltare. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
schiava Turia, dal passato oscuro, aveva ricevuto una missione, e con
un sorriso perverso disegnato sulle sottili labbra corse nella sua
stanza e scrisse un messaggio... un messaggio che avrebbe cambiato
molte cose e provocato molto dolore.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* *</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Nella
settimana che seguì Edvard continuò la sua vita allenandosi ogni
giorno con la solita dedizione malgrado la sua mente fosse
perennemente altrove. Non aveva più rivisto Livia, gli era proibito
uscire senza autorizzazione e se avesse provato ad </span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">uscire</span></span><span style="font-size: medium;">
di nascosto, sarebbe stato cercato e punito severamente per la sua
disobbedienza. Ma i suoi pensieri erano costantemente con lei. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Dov'era?
Cosa stava facendo? Gli mancava? </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
era confuso, non gli era mai capitato di essersi così fissato su una
donna. Di non riuscire a pensare ad altro che a quella meravigliosa
dea. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">La
notte, nel buio della sua piccola e spoglia dimora</span><span style="font-size: medium;"><i>,
</i></span><span style="font-size: medium;">quando la stanza agli sembrava chiudersi su
di lui fino a soffocarlo, Edvard, giacendo insonne sul duro letto di
paglia compressa, ripensava a lei. Ai suoi occhi marroni e dolci, ai
suoi capelli che, una volta sciolti sulle spalle, dovevano essere
folti e morbidi, alle sue labbra piene e carnose. Ricordava persino
il mite profumo di pulito e sapone che il suo corpo emanava. E, nel
silenzio del dormiveglia, la mano di Edvard scivolava in mezzo alle
sue gambe dove le ossa del bacino formavano una V perfetta appena
coperta di una morbida peluria ramata. Le sue dita lunghe smaniose e
impazienti andavano a cercare, sicure e senza timori, il suo membro
duro, stringendolo e percorrendolo lentamente per tutta la sua
lunghezza per poi ricominciare da capo in un movimento sensuale e
seducente che gli strappava dei gemiti soffocati di piacere, mentre
la sua mente era perduta dentro di lei, dentro al suo corpo, dentro
al desiderio che, sapeva, lo stava annientando.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus.
Per favore, vuoi concentrarti?” La voce irritata di Invictus lo
richiamò alla realtà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
si stava allenando con il suo amico, entrambi avevano stretto in
pugno un lungo e pesante bastone intagliato e smussato che imitava
nella forma un’ascia. </span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">Era un’arma
inconsueta</span></span><span style="font-size: medium;"> per entrambi, ma Leo insisteva
affinché si allenassero con le asce in legno per prepararsi a
qualsiasi eventualità e per allenare quei muscoli della schiena che
normalmente sollecitavano di meno. Erano rimasti soli ed erano ormai
stanchi, quando Smargidus scrollò le spalle scocciato dal giusto
rimprovero, e si sforzò di riportare la concentrazione su Invictus
che, fermo davanti a lui, lo osservava ridacchiando chiaramente
divertito. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smettila
di distrarti e cerca di allenarti seriamente. Domenica hai un
incontro. Te lo sei forse dimenticato?” Lo riprese il grosso
lottatore sorridendo e affondando con la sua arma contro quella di
Smargidus.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
si spostò rapidamente, parando il suo attacco e pronto a scagliarsi
ancora una volta contro di lui quando sentì una strana tensione nel
collo, come se una corrente d'aria improvvisa lo avesse colpito.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Tutto
il suo corpo prese a formicolare in allerta e lui voltò lo sguardo
per cercare la causa di quella strana sensazione, quando i suoi occhi
andarono a sbattere contro due pozzi marroni dolci e ammalianti.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Per
un attimo si bloccò, il tempo sembrò fermarsi per lui, mentre
invisibili catene gli si stringevano intorno </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">alla
gola</span></span><span style="font-size: medium;"> rischiando di soffocarlo. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia
era lì. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Seminascosta
da una colonna lo osservava con gli occhi brillanti ed eccitati. Era
sgusciata silenziosa come una ladra all'interno della </span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus</i></span><span style="font-size: medium;">
per cercarlo e adesso da quella posizione così ravvicinata poteva
vedere i muscoli di Smargidus contratti e lucidi di sudore, le sue
gambe tornite e snelle piantate nel terreno come tronchi d'albero e
il cuore le </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">batteva</span></span><span style="font-size: medium;">
forte dall'emozione.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Neanche
lei aveva più dormito serena. Lo aveva visto di nascosto
allontanarsi dopo che la sua padrona lo aveva pagato e lasciato
libero. Aveva ascoltato i suoi gemiti e lo aveva odiato. Ma per
quanto si sforzasse non era riuscita a dimenticarlo. Non era riuscita
a scordare i suoi occhi verdi, profondi e teneri, lo sguardo
affascinato e lussurioso che le aveva rivolto, la sua voce roca e
sensuale mentre le diceva di guardarlo e soprattutto le sue labbra
che avevano mimato quell'unica parola piena di speranza e rimpianto.
No! Decisamente non solo non riusciva ad odiarlo, ma aveva bisogno di
rivederlo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
era entrato nei suoi sogni e nei suoi pensieri. Si era insinuato
sotto la sua pelle e nel suo cuore nel modo più profondo possibile e
per quanto avesse provato a dimenticarlo, non appena era riuscita ad
allontanarsi dalla casa della sua padrona con una scusa, si era
diretta lì. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Come
una falena non aveva potuto evitare di cercare la luce, anche se
sapeva che questa avrebbe potuto bruciarla. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
andata a cercarlo, consapevole di poter essere rifiutata e
allontanata e, appoggiata a quella colonna, adesso lo fissava con gli
occhi dilati e spaventati dal desiderio lussurioso che stava provando
nell'osservarlo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidusss!”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Il
grido di Invictus seguì di un attimo l'urlo spaventato di Livia,
quando Edvard, che si era distratto a guardarla, non vedendo arrivare
il colpo inferto dal suo avversario, era crollato a terra privo di
sensi senza un </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">solo</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="font-size: medium;">gemito, sotto i loro sguardi attoniti e
spaventati. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Fratello!
Svegliati! Idiota, perché non hai parato?” La voce di Invictus era
adirata e spaventata nel contempo, mentre si era inginocchiato
incredulo al fianco dell'amico per soccorrerlo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Poi,
alzato lo sguardo in cerca di chi aveva emesso quel grido tipicamente
femminile che aveva udito, vide la fanciulla che osservava immobile e
atterrita la scena davanti a sé.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Ah.
Ecco perché. Sono stati </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">quei
due occhi</span></span><span style="font-size: medium;"> marroni a distrarti, dunque.
Stupido ragazzo innamorato! ” Commentò a bassa voce il grosso
guerriero con un sospiro irato, poi si rivolse a Livia “Tu! Donna!
Vicino alla fontana ci sono delle pezze pulite di cotone, bagnane una
e portamela!” La sua voce autoritaria e urgente la fece scattare
come una lepre.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Quando
si avvicinò reggendo la stoffa bagnata vide che Invictus aveva
girato l'amico su un fianco e con il volto corrucciato stava
studiando la sua testa nel posto in cui lo aveva colpito.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
grosso guerriero prese la pezza fredda e la premette con dolcezza
sulla tempia di Smargidus, poi si rivolse alla ragazza. “Stai qua e
tienigli premuto il panno sulla tempia. Non perde sangue ma temo sia
stato un colpo violento. Io vado a chiamare il medico. Se riprendesse
conoscenza non fallo alzare, ma tienilo sdraiato e tranquillo finché
non torno con un aiuto.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia
annuì mentre prendeva il posto di Invictus al fianco del suo
Smargidus continuando a tenere premuto il panno contro la sua testa e
sperando che non fosse nulla di troppo grave.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus...”
lo chiamò dolcemente quando gli vide sbattere gli occhi incerto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Allora
è vero, sei qui e sei proprio tu!” Mormorò lui mettendo a fuoco
quella celestiale visione e sdraiandosi sulla schiena, ancora
stordito, mentre allungava una mano per accarezzarle il viso
incredulo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ti
ho sognata talmente a lungo che pensavo fossi un fantasma scaturito
dalla mia mente. O forse sono morto e finito al cospetto degli dei?”
</span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia
sorrise divertita, mentre sentiva prendere fuoco il suo io più
profondo al contatto delle sue dita sulle guance. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
sei morto, malgrado la paura che mi hai fatto prendere, ed io sono
reale,” gli rispose afferrando con la mano libera quella di
Smargidus che stava scendendo verso le sue labbra, toccandola ed
esplorandola per accertarsi che non fosse una visione.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Dimostramelo.”
la provocò lui con un tremito di felicità repressa.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
era lì. Vicino a lui. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia
gli sorrise ed il mondo sembrò illuminarsi d'immenso mentre le
labbra di lei scesero ad assaggiare quelle di lui.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lentamente
e timidamente si sfiorarono mentre una strana energia </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">sembrò</span></span><span style="font-size: medium;">
scaturire dai loro corpi. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Direi
che sta bene,” commentò Marco, il medico</span><span style="font-size: medium;"><i>
</i></span><span style="font-size: medium;">che si occupava dei gladiatori della scuola e
delle loro ferite, osservando Edvard tirarsi su e afferrarla per la
nuca mentre la loro passione divampava e il loro bacio, all'inizio
casto, diventava sempre più approfondito e sensuale.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Eh
già. Direi che si è ripreso piuttosto bene,” mormorò Invictus
con un sorriso soddisfatto sulle labbra.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Allora
è lei la misteriosa fanciulla che lo distrae giorno e notte,”
commentò Leo, che si era unito preoccupato per la salute del suo
protetto e che aveva notato </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">il
mutare del</span></span><span style="font-size: medium;"> comportamento avvenuto in
Smargidus quella settimana.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">A
quanto pare, adesso, almeno, abbiamo una colpevole in carne ed ossa,”
confermò Invictus scuotendo la testa divertito.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Forse
dovrei visitarlo,” mormorò incerto Marco, chiedendosi se fosse il
caso di interrompere i due prima che degenerassero e dessero
spettacolo davanti a tutti.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lascialo
in pace. Sono sicuro che lei lo ha già guarito. E poi Smargidus non
è uno sciocco e sa come e dove fermarsi... spero.” proferì
ridendo Leo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Insieme,
senza più aggiungere altro, i tre si girarono lasciando Edvard a
godere di quel breve e raro momento di felicità.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Mi
sei mancato,” mormorò Livia staccandosi a malincuore dalla sua
bocca per riprendere fiato e chiedendosi se non fosse solo un sogno
il poterlo finalmente stringere a sé e il suo baciarla così
appassionatamente. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Anche
tu.” Rispose lui, poi i suoi occhi, all'improvviso, si incupirono
come se una tempesta fosse sopraggiunta ad oscurare il sole.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ti
ha mandato Agrippina?” Le chiese, temendo che fosse quello il vero
motivo per la quale Livia fosse andato a cercarlo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">No.
Lei e il padrone saranno fuori per tutta la settimana e </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">io
</span></span><span style="font-size: medium;">dovevo andare al mercato a comprare alcune
stoffe per la cucitrice...” spiegò lei timidamente mentre le sue
gote si coloravano di un rosa pallido.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">La
</span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus </i></span><span style="font-size: medium;">non è
propriamente vicina al mercato,” rispose Smargidus sorridendo nel
vederla con il volto arrossato e le labbra rosse, vive per i baci che
si erano appena scambiati.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lo
so ma… volevo vederti e</span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">
la cucitrice ha </span></span><span style="font-size: medium;"> promesso di coprirmi...”
mormorò abbassando gli occhi intimidita senza immaginare che si
sarebbe trovata a fissare la sua mascolinità risvegliata e pronta.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Le
sue gote arrossirono ulteriormente diventando adesso rosso fuoco
mentre Edvard ridacchiando con le sue lunghe dita le alzava il mento.
“Te l'ho già detto non privarmi dei tuoi occhi.” Mormorò
affascinato dal suo viso e conscio del pericolo che lei stava
correndo per poterlo incontrare.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;">“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia.
Io...” le parole gli morirono in bocca. Cosa doveva dirle? Edvard
non aveva mai avuto un vero amore, non sapeva neanche come si facesse
a corteggiare una ragazza. Benché adesso fosse un uomo, era stato
catturato molto giovane e, sebbene avesse avuto diverse amanti prima
che Agrippina ottenesse l'esclusiva a suon di sesterzi, non aveva
nessuna esperienza su come bisognasse comportarsi o su cosa si
dovesse dire con esattezza a qualcuno che ti aveva rapito il cuore
prima di ogni altra cosa. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">E,
visto che non era un poeta </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">ma</span></span><span style="font-size: medium;">
solo un uomo d'azione e un guerriero, decise di agire nell'unico
modo che conosceva e, baciandola, si alzò, la prese fra le braccia
muscolose e la condusse nella sua piccola, umida e spoglia</span><span style="font-size: medium;"><i>
</i></span><span style="font-size: medium;">cella</span><span style="font-size: medium;"><i>. </i></span><span style="font-size: medium;">Poi
una volta chiusa la porta, la fece adagiare sul suo letto mentre le
sue mani callose ma inaspettatamente delicate iniziarono a
percorrerle tutto il corpo, esplorandola ed accarezzandola
languidamente mentre lei mormorava il suo consenso.</span><span style="font-size: medium;"><i>
</i></span><span style="font-size: medium;">I loro vestiti finirono uno dopo l'altro sul
duro terreno mentre insieme esploravano ed ammiravano per la prima
volta i loro corpi nudi provando un piacere fino ad ora sconosciuto
ad entrambi.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Hai
tantissime cicatrici,” mormorò lei percorrendo con la mano il suo
corpo segnato. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
le sorrise dolcemente mentre la sua mano afferrava </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">quella
di lei</span></span><span style="font-size: medium;"> portandosela alla bocca e
baciandole ciascun dito con lentezza e sensualità. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sono
un gladiatore,” rispose semplicemente con un sorriso tetro, “ed
uno schiavo” aggiunse mesto, ripensando per un attimo a quando era
stato catturato e a quando, arrivato a Roma spaventato e
indisciplinato, era stato piegato con la forza per indurlo ad
accettare il suo destino.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ti
amo,” mormorò lei ingoiando le lacrime che le erano salite agli
occhi, consapevole della loro condizione comune.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Anch'io
ti amo,” rispose lui, adesso finalmente conscio dei propri
sentimenti condivisi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Le
cose non avrebbero mai potuto cambiare per loro. Erano schiavi
assoggettati ai capricci dei loro padroni, ma soprattutto a quelli di
Agrippina che non avrebbe mai dovuto sospettare nulla. Ma nonostante
tutto la speranza di un futuro migliore germogliò nei loro animi,
una pia illusione dettata da quel nuovo sentimento sbocciato con la
forza di un vento impetuoso. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E,
immersi nella consapevolezza che il destino avrebbe potuto dividerli
da un momento all'altro, entrambi si donarono completamente senza più
remore, senza dubbi o paure, raggiungendo la pace dei sensi insieme a
quella del cuore finora in tumulto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;"><i>*
* *</i></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito senza portare grossi cambiamenti. Edvard
continuò ad allenarsi e a partecipare ai vari scontri fra gladiatori
organizzati dall'avido Claudio duranti i quali combatteva accumulando
soldi e fama, in attesa di quello definitivo e mortale che gli
avrebbe permesso, nel caso fosse sopravvissuto, di incidere una nuova
tacca sul suo collare di ferro.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;"><b>La
decima Tacca.</b></span><span style="font-size: medium;"> </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
tacca che avrebbe cancellato la sua schiavitù, rendendolo finalmente
un uomo libero e un cittadino di Roma, in grado di scegliere del suo
futuro.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito mentre Livia cercava ogni occasione per andare
a trovare di nascosto il suo Smargidus. E quando riuscivano ad
incontrarsi, insieme passavano momenti dolcissimi e spensierati,
cercando di escludere il presente dalle loro menti rinchiudendosi in
una bolla di felicità, poiché erano entrambi consapevoli che prima
o poi il loro sogno sarebbe finito. E mentre si conoscevano sempre di
più, il loro amore cresceva e si rafforzava. Amore che condividevano
con ardore, amore che non era solo un bisogno fisico, ma la fusione
di due anime affini che necessitavano l'una dell'altra e che erano
ormai indivisibili.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito, mentre gli incontri clandestini di Edvard con
Agrippina continuavano regolari. Per lui sottrarsi ad essi sarebbe
stato impossibile e per mantenere segreto il rapporto instaurato con
la schiava della sua signora e proteggerla dalle sue ire, Edvard
continuò a venderle il suo corpo e a soddisfarla carnalmente, mentre
il suo cuore e la sua anima piangevano disperati ogni volta di più e
il suo cuscino si riempiva di quei sesterzi adesso tanto odiati.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito, indifferente ai continui rapporti di Turia e
alla rabbia crescente del senatore Fabio Massimo che, informato da
quest'ultima, aveva saputo di essere tradito regolarmente e aspettava
solo il momento giusto per vendicarsi dei due amanti segreti.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito, quando Claudio fu convocato dall'Imperatore
Domiziano che gli chiese di organizzare un grande incontro con una
lotta all'ultimo sangue tra gladiatori per festeggiare la vittoria
riportata dalle truppe romane sui ribelli barbari. Claudio cercò di
ribellarsi, perdere un gladiatore avrebbe comportato un danno ingente
per le sue casse, ma l'imperatore lo rassicurò che sarebbe stato
lautamente risarcito della perdita se entrambi i gladiatori avessero
combattuto bene.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo passò indomito quando il senatore Fabio Massimo sborsò una
cifra esorbitante e ricattò Claudio, minacciandolo di divulgare un
documento compromettente per il quale avrebbe potuto essere tacciato
di tradimento, pur di avere la possibilità di scegliere di persona i
gladiatori che avrebbero combattuto. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">L'ora
della sua vendetta era finalmente arrivata.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
quando il tempo smise di passare indomito, i giochi erano ormai
fatti, il dado era stato tratto, ed Edvard iniziò a prepararsi per
il combattimento della sua vita, quello che, se avesse vinto
uccidendo il suo avversario, gli avrebbe aperto il collare da schiavo
e le porte della libertà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* *</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
non sapeva contro chi avrebbe combattuto e la cosa non gli
interessava neanche. Il giorno prima era stato chiuso in isolamento
in una cella del Colosseo e nutrito abbondantemente. Quando aveva
chiesto spiegazioni a Claudio su quell'insolito comportamento, egli
aveva risposto “E' meglio per te stare tranquillo. Devi riposarti e
soprattutto concentrarti. Non puoi permetterti distrazioni. Questo è
un combattimento all'ultimo sangue, non il solito spettacolo. Gli
spettatori saranno migliaia, l'imperatore Domiziano sarà presente e
solo uno di voi due lascerà l'arena sulle sue gambe. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
se vincerai uccidendo il tuo avversario, sarai un uomo libero e la
schiavitù diverrà solo uno sbiadito ricordo.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ciò
bastò ad Edvard che, tuttavia, era troppo eccitato per riposare.
Passò la notte precedente, infatti, a pregare Marte e Minerva che lo
aiutassero e lo proteggessero, a pensare alla sua Livia per attingere
da lei la forza necessaria e a preparare e controllare le armi e il
suo equipaggiamento con meticolosa cura, sapendo che da esso
dipendeva la propria vita.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
finalmente il giorno arrivò. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Aiutato
da un silenzioso e preoccupato Leo, Edvard si passò gli olii sulle
braccia, sulla poderosa schiena e sulle gambe, poi iniziò a
vestirsi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Stai
attento Smargidus,” gli raccomandò Leo, la voce incrinata e
preoccupata “ricordati solo che non hai scelta; o tu o lui. Uno di
voi due dovrà necessariamente morire. La sabbia del Colosseo dovrà
tingersi per forza di rosso, queste sono le regole, per cui non
indugiare, non avere pietà... se non per la tua anima. La libertà
ha sempre un prezzo da pagare e nel tuo caso sarà altissimo.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
guardò l'amico stupito. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Mai
parole simili in tanti anni e in tanti incontri erano uscite dalla
sua bocca. La tristezza che Leo irradiava era come una buia foschia
che lo avvolse per poi sparire quando la campana che convocava i
combattenti rintoccò sorda come un inno alla morte.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Perché
mi dici </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">questo?</span></span><span style="font-size: medium;">”
gli chiese. Ma lui tacque scuotendo la testa ed allontanandosi con
gli occhi rivolti a terra, pieni di lacrime.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Leo
aveva già ripetuto quelle stesse parole quella mattina e il suo
animo era grave e pesante, così pesante che quando si avvicinò al
suo amico Marco, gli disse addolorato </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">“Quella
di o</span></span><span style="font-size: medium;">ggi è la giornata più dolorosa che
abbia mai vissuto”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
che non era più giovane e che non era riuscito ad impedire la morte
di tanti gladiatori a cui voleva bene, malgrado avesse prestato le
sue cure con tutto il suo animo e abilità, si girò a guardarlo e lo
abbracciò stretto a sé. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">È
la vita dei gladiatori... Tu sei un sopravvissuto... non tutti hanno
la tua fortuna.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* * </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
era un s</span><span style="font-size: medium;"><i>ecutor</i></span><span style="font-size: medium;"> e come
tutti loro indossava dei gambali di metallo imbottiti di lana per
assorbire i colpi, una manica di metallo sul braccio destro per
ripararlo dalle ferite, un corto gonnellino che gli permetteva di
muoversi con agilità mentre il petto rilucente di olio era nudo a
parte due cinghie di cuoio che gli cingevano il torace. L'agilità
era la sua arma migliore, unita ad un corto e maneggevole </span><span style="font-size: medium;"><i>gladio</i></span><span style="font-size: medium;">
e a un piccolo </span><span style="font-size: medium;"><i>pugio</i></span><span style="font-size: medium;">
infilato nel fodero dietro la schiena.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Nel
braccio sinistro portava con disinvoltura uno scudo imponente e
concavo, tondeggiante nella parte superiore, e privo di appigli per
evitare che vi rimanesse agganciata la rete del </span><span style="font-size: medium;"><i>reziario
</i></span><span style="font-size: medium;">contro il quale avrebbe combattuto. Lo scudo
gli copriva dalle ginocchia al viso, protetto a sua volta da un elmo
liscio e tondo per evitare la rete letale.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">L'elmo
era sempre molto pesante e la visiera costituita da fori in genere
molto piccoli. Per questo Edvard normalmente non lo indossava, voleva
respirare e vedere bene, era questa sua particolarità e spavalderia
il motivo per cui i suoi occhi verdi, grandi e splendenti avevano
attirato l' attenzione del pubblico donandogli il soprannome che
ormai tutti conoscevano e veneravano come un eroe.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
quel giorno Edvard avrebbe indossato l'elmo obbligatoriamente e i
piccoli buchi gli avrebbero impedito di vedere con nitidezza il suo
avversario.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Una
difficoltà in più, voluta dall'Imperatore, per rendere più
interessante l'incontro,” gli mentì Claudio, pur sapendo che
invece il vero artefice di quell’inopportuna imposizione era stato
il senatore Fabio Massimo. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="color: black;"><span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Il
</span><span style="font-size: medium;"><i>reziario</i></span><span style="font-size: medium;"> entrò
nell’arena del Colosseo da una porta molto vicina a quella da cui
arrivò Edvard e, assieme, si diressero a passo deciso sotto la
tribuna in cui era accomodato Domiziano, l'imperatore di Roma. Senza
rivolgersi una parola, entrambi consapevoli della presenza
dell'avversario al loro fianco e certi che sarebbe stato un incontro
terribile. </span></span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Arrivati
davanti al palco chinarono entrambi la testa salutandolo a gran voce
“</span><span style="font-size: medium;"><i>Ave Caesar, morituri te salutant</i></span><span style="font-size: medium;">”</span><span style="font-size: medium;"><i>
</i></span><span style="font-size: medium;">poi giratosi verso la folla alzarono le armi
in segno di saluto provocando un boato in risposta. Il pubblico era
equamente diviso. Conosceva bene entrambi i lottatori che gli erano
stati presentati prima del loro ingresso, ed era consapevole che
sarebbe stato un duello infernale.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Anche
il </span><span style="font-size: medium;"><i>reziario</i></span><span style="font-size: medium;"> era
equipaggiato come al suo solito. Nel braccio rivestito dalla
protezione teneva un lungo tridente, mentre nell'altra mano stringeva
una lunga e pesante rete alle cui estremità c'erano dei pesi. Se
fosse riuscito ad imprigionare il suo avversario con la rete, finirlo
con il tridente sarebbe stato molto semplice. Per questo, questi
robusti e forti lottatori erano spesso schierati contro i </span><span style="font-size: medium;"><i>Secutor.
</i></span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
forza bruta contro l'agilità.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard,
infastidito e preoccupato per i buchi troppo stretti che gli
impedivano di vedere l'altro combattente con nitidezza e sbuffando
per il caldo, si sistemò meglio quell'odioso impedimento, rimanendo
stupito quando si accorse che anche l'altro gladiatore aveva un elmo
identico al suo che gli celava il volto; normalmente i </span><span style="font-size: medium;"><i>reziari</i></span><span style="font-size: medium;">
non portavano quella protezione così restrittiva. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Probabilmente
anche il suo avversario</span><span style="font-size: medium;"><i> </i></span><span style="font-size: medium;">era
stato obbligato contro la sua volontà ad indossarlo, pensò Edvard,
rasserenato da quella scoperta. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
stato Claudio in persona a minacciarli separatamente, “Se ti
sfilerai quest'elmo durante il combattimento per qualsiasi causa,
verrai ucciso senza indugio dai soldati schierati ai lati nell'arena.
Questo è l'ordine e la volontà dell'imperatore” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
valido motivo per ubbidire senza discussioni allo scomodo e
pericoloso disagio, dal momento che tutti e due speravano di uscire
vincitori da quel incontro mortale.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard,
dopo aver lanciato uno sguardo alla folla urlante e aver rilasciato
un lento e grosso sospiro per calmarsi, battendo la spada sullo scudo
per salutare il suo avversario, pregò ancora una volta che gli dei
lo assistessero e lo proteggessero.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* * </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Duellarono
a lungo scambiandosi colpi e leggere ferite. Il pubblico urlava il
</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">suo</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="font-size: medium;"> incitamento o il suo disappunto ogni
qualvolta uno dei due riusciva ad evitare un colpo mortale. Edvard,
ferito superficialmente in diversi punti, iniziava ad essere esausto.
Muoversi con l'elmo che non lo faceva respirare e lo scudo
pesantissimo iniziava a</span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">fiaccarlo</span></span></span><span style="font-size: medium;">
riducendone la velocità e i riflessi. Ma anche il </span><span style="font-size: medium;"><i>reziario</i></span><span style="font-size: medium;">
sembrava in difficoltà: i suoi colpi meno potenti, la rete mossa con
più lentezza.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">I
due si fermarono a guardarsi da dietro i buchi dell'elmo. Erano pari,
sembrava che nessuno dei due potesse avere il sopravvento sull'altro
facilmente e questo stava </span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">sfinendo</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="font-size: medium;"> anche la loro energia mentale.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Normalmente
gli incontri venivano chiusi più velocemente ma entrambi sembravano
in difficoltà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
lo guardò scuotendo leggermente la testa. Il suo avversario si
muoveva in maniera prevedibile e si era reso conto che la situazione
era reciproca. Entrambi riuscivano ad immaginare con anticipo le
mosse dell'altro e ciò aveva portato a quella situazione di stallo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lentamente
iniziarono a muoversi in tondo studiandosi per l'ennesima volta,
cercando un punto vulnerabile nell'altro</span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;">
</span></span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">o</span></span><span style="font-size: medium;">
una falla nelle loro difese, mentre il pubblico rumoreggiava sempre
di più.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Così
non sarebbero venuti a capo di nulla, pensò Edvard che, agendo
d'istinto, buttò lo scudo a terra. Era divenuto troppo pesante per
il suo braccio e lo stava affaticando eccessivamente. Il </span><span style="font-size: medium;"><i>reziario</i></span><span style="font-size: medium;">
lo guardò da dietro il pesante elmo poi, con una mossa repentina,
buttò via la rete tirando fuori da dietro la schiena il </span><span style="font-size: medium;"><i>pugio</i></span><span style="font-size: medium;">.
Il pugnale che anche Edvard afferrò nella mano libera.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
boato di approvazione riempì il Colosseo mentre Domiziano si
sistemava più comodamente sul trono che lo ospitava.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Avevi
detto che erano i migliori guerrieri, ed avevi ragione Claudio. Non
ho mai visto un incontro così equilibrato”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Claudio
gli sorrise tristemente. Lo sapeva benissimo e sapeva anche perché
entrambi riuscissero ad anticipare così bene le mosse
dell'avversario.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">I
due gladiatori si affrontarono nuovamente. Più che un combattimento
sembrava diventato un corpo a corpo. Entrambi erano ormai ricoperti
di sudore, polvere e sangue fuoriuscito da numerosi tagli e ferite
superficiali. Se Edvard si basava sulla velocità nello scansare gli
affondi dell'avversario, cercando nel contempo un varco sicuro per
avvicinarsi, il </span><span style="font-size: medium;"><i>rezore </i></span><span style="font-size: medium;">usava
la sua forza bruta per provare ogni volta ad immobilizzarlo o a
colpirlo a distanza con il tridente.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia
dall'alto degli spalti nascosta tra la folla urlante guardava lo
spettacolo con il cuore stretto in una morsa dolorosa. Non voleva che
il suo Smargidus morisse in quell'arena polverosa e a ogni ferita da
lui riportata nel combattimento, sentiva nel petto il cuore
sobbalzare, mentre calde lacrime scivolavano sulle sue guance,
bianche dal terrore.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Anche
la sua padrona, la bella e fredda Agrippina osservava il
combattimento dal palco regale, divisa fra la paura per il suo amante
e il sadico piacere del sangue. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Certo,
a letto Smargidus era eccezionale e lei avrebbe dovuto procurarsi un
sostituto per rallegrare le sue notti solitarie quando il senatore si
allontanava, ma il saperlo in pericolo la stava eccitando più di
ogni altra cosa.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
senatore Fabio Massimo invece osservava il combattimento con un
sorriso maligno disegnato sul volto. Comunque sarebbe andata, anche
se avesse vinto quel bastardo di Smargidus, l'amante di sua moglie,
ne sarebbe comunque uscito a pezzi e la vendetta sarebbe stata
ugualmente dolce se lui fosse sopravvissuto a spese del suo
avversario.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
si avventò sul </span><span style="font-size: medium;"><i>reziario</i></span><span style="font-size: medium;">
ancora una volta sfruttando un leggero sbandamento di quest'ultimo,
forse dovuto alla stanchezza. Anche lui era sfinito e buttando la
spada e stringendo di più il </span><span style="font-size: medium;"><i>pugio</i></span><span style="font-size: medium;">
nella mano, letteralmente lo abbracciò infilandogli la corta lama
nella schiena all'altezza delle scapole mentre cadevano avvinghiati.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Ma
il sorriso soddisfatto di Edvard gli morì sulle labbra allorché
sentì una fitta dolorosissima all'attaccatura della gamba destra,
sotto al gluteo. Al rallentatore, con il dolore che si propagava in
ogni sua fibra, il gladiatore dagli occhi di smeraldo fissò sgomento
il nero tatuaggio a forma di pesce che il suo avversario portava
sulla scapola sinistra dove era affondata la sua lama.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
lo aveva già visto! Lui sapeva chi si nascondeva dietro a quell'elmo
e in preda ad una furia ceca, sapendo che probabilmente non ci
sarebbe stata nessuna vittoria e nessun superstite a quel
combattimento, si sfilò l'odiato elmo che gli aveva impedito di
notare il particolare. Poi, abbracciando il corpo dell'uomo che amava
come un fratello, tolse l'elmo dal suo viso per guardare in faccia
un’ultima volta Invictus che lo osservava con gli occhi sgranati
dallo stupore e che poi, inaspettatamente, gli sorrise ridacchiando
come era solito fare.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Che
cretino che sono. Dovevo accorgermene che eri tu da come combattevi.
Ci siamo allenati così tante volte insieme...” la sua voce si
spezzò in un gemito di dolore.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
</span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">insensibile
alle urla della folla, </span></span><span style="font-size: medium;"> girò piano
l'amico e con sua gioia constatò che il colpo inflitto era laterale
e non mortale come aveva temuto in un primo momento. Il loro amico e
medico Marco sarebbe riuscito a salvarlo quasi sicuramente se fosse
intervenuto in tempo e se lui non avesse rimosso il </span><span style="font-size: medium;"><i>pugio</i></span><span style="font-size: medium;">
impedendo così</span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">
una brutta emorragia. </span></span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Anche
il colpo ricevuto da lui non era di per sé mortale e, malgrado il
dolore e il sangue che fuoriusciva abbondante, Edvard sapeva che
anche la sua ferita avrebbe potuto guarire se il loro amico guaritore
si fosse preso cura di lui.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Per
un attimo i due gladiatori si guardarono negli occhi incuranti del
grido che ormai la folla urlava all'unisono. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Morte!”
Chiedevano a gran voce. “Combattete!” Urlavano inferociti da
quella pausa apparentemente ingiustificata.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
stato definito e presentato come un duello all'ultimo sangue e adesso
gli spettatori pretendevano che il sangue sgorgasse e bagnasse di
rosso la sabbia. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">In
teoria entrambi avrebbero dovuto rialzarsi e continuare a combattere
fino a che uno dei due, sfinito dalla ferita riportata, non avesse
spirato l'ultimo soffio di vita sulla lama dell'avversario, per
soddisfare la gioia crudele dei romani. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Dobbiamo
continuare a combattere,” mormorò piano Invictus cercando di
mettersi in piedi. Sapeva di essere messo peggio, sapeva che Edvard
aveva più possibilità di vincere, ma non si sarebbe tirato indietro
dalla sua sorte. “Finiscimi alla svelta, uccidimi senza indugiare e
sopravvivi, amico mio.” gli disse annuendo convinto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
scosse la testa, si alzò barcollante trascinandosi dietro la gamba
ferita e disarmato, con le mani che gli tremavano dal dolore e dalla
rabbia, iniziò ad allontanarsi dando la schiena ad Invictus, al suo
imperatore e a tutto il popolo di Roma. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
si sarebbe mai macchiato le mani del sangue del suo migliore amico! </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Che
i romani e l'imperatore lo mandassero pure a trovare il dio degli
inferi, lui non avrebbe più combattuto. Non quel giorno, non contro
quello che lui considerava un fratello.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
folla ammutolì un attimo per quel gesto che appariva ai loro occhi
una vigliaccheria, poi riprese il suo urlo con più vigore “Morte!”
gridavano gli spettatori senza capire perché i gladiatori avessero
smesso di battersi, dal momento che anche Invictus era fermo in
ginocchio nel centro dell'arena con gli occhi abbassati sul terreno
sabbioso, disarmato e per nulla intenzionato in apparenza a
combattere ancora. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
legionari di guardia, schierati lungo i bordi dell'arena, ubbidendo
ad un gesto dell'Imperatore, avanzarono armati e circondarono i due
gladiatori ribelli.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Anche
Domiziano, come tutti gli altri, guardava l'atteggiamento dei due
feriti, stupito e incredulo. Così si rivolse a Claudio in cerca di
una spiegazione che da solo non trovava: “Che succede? Perché si
sono fermati? Perché non finiscono l'avversario?”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
scosse la testa e sospirò. “Appartengono entrambi alla mia scuola.
Si conoscono e sono amici,” mormorò affranto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Da
dietro intervenne il senatore Fabio Massimo additando i due
gladiatori che adesso si guardavano immobili, le mani abbassate, i
pugnali piantati nel corpo che si stava tingendo del rosso del loro
sangue che sgocciolava dalle ferite.</span> “<span style="font-size: medium;">Non
importa. Devono continuare il combattimento. È un incontro
all'ultimo sangue. Non possono fermarsi così.”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Invictus,
in ginocchio </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">si teneva</span></span><span style="font-size: medium;">
il braccio offeso con l'altro </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">e</span></span><span style="font-size: medium;">
tremava, consapevole che entrambi sarebbero stati uccisi per quella
ribellione, ma </span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">neanche
lui avrebbe </span></span><span style="font-size: medium;"> più alzato la mano contro
il suo amico Smargidus. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Portateli
qua vicino,” ordinò Domiziano ai soldati, alzando poi la mano per
zittire la folla.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">I
due vennero afferrati e trascinati davanti all'imperatore, dove
vennero fatti inginocchiare al suo cospetto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Domiziano,
che si era avvicinato alla balaustra, li osservò pensieroso. Guardò
il sangue e le ferite, vide l'orgoglio nelle loro schiene dritte e il
dolore nei loro occhi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Questo
è un duello all'ultimo sangue. Uno di voi due deve morire. Dovete
riprendere a combattere.” Affermò, osservandoli attentamente alla
ricerca di una loro reazione di paura.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
lo ucciderò, mio Cesare, non combatterò più per voi. Date pure ai
vostri soldati l'ordine di uccidermi qui e adesso in modo che il mio
sangue bagni l'arena. Se è una vita che volete... prendetevi pure la
mia.” Disse immediatamente Smargidus appoggiandosi con le mani
sulla sabbia e tirando fuori il collo come se avesse un ceppo davanti
a lui su cui posare la testa in attesa del colpo fatidico.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">No,
mio imperatore. È lui che deve essere salvato. È un combattente
migliore, non troverete un </span><span style="font-size: medium;"><i>secutor</i></span><span style="font-size: medium;">
più bravo di lui in tutto l'impero. Date invece ai vostri uomini
l'incarico di uccidere me,” affermò Invictus, mostrando il petto
pronto ad essere trafitto e aprendo le spalle pieno di orgoglio per
il suo gesto.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Domiziano
sorrise. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Gli
imperatori difficilmente conoscono la lealtà e l'amicizia. E vedere
quei due valorosi sfidare la morte per salvare l'altro era uno
spettacolo a dir poco affascinante e inconsueto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sempre
con il sorriso sulle labbra, divertito suo malgrado, l'imperatore di
Roma si rivolse alla folla.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Chi
deve morire secondo voi?” Chiese, lasciando agli spettatori il
giudizio finale.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Per
un attimo regnò il silenzio, poi scoppiò il caos. Erano entrambi
molto amati e i loro tifosi iniziarono a gridare il nome
dell'avversario. Una cacofonia incomprensibile che venne interrotta
da una voce femminile acuta proveniente da dietro le spalle di
Domiziano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Fu
infatti Agrippina a pronunciare ad alta voce e con il cuore stretto
“Smargidus”.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
avrebbe voluto che finisse così, ma quando aveva visto quello che
era accaduto si era resa subito conto del ruolo avuto da suo marito.
Lui aveva organizzato tutto. Questa era la sua vendetta verso i due
amanti. E lei se voleva ingraziarsi nuovamente Fabio Massimo e farsi
perdonare delle sue scappatelle doveva dimostrare fedeltà al
senatore, suo marito. “A morte Smargidus, in fondo è stato lui a
levarsi l'elmo per primo infrangendo le regole e sfilandolo poi al
suo avversario,” disse decisa ad alta voce. Le sue parole
portatrici di verità giunsero chiare e risolute all'orecchio
dell'Imperatore, finora indeciso sulle sorti dei due gladiatori che
attendevano in silenzio il suo verdetto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Domiziano
alzò gli occhi verso di lei annuendo mentre riconosceva giusto il
suo ragionamento e stringendosi nelle spalle, infastidito suo
malgrado dal dover emettere una condanna a morte, silenziata la folla
decretò ad alta voce che sarebbe stato Smargidus a morire. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">All'udire
il verdetto Invictus, sgomento e incredulo, cercò disperatamente di
ribellarsi al suo ordine ma fu bloccato dalle braccia dei soldati e
trascinato lontano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Evdard
invece, pur sentendo il temuto e sperato giudizio, rimase fermo nella
stessa posizione. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Gli
occhi chiusi per evitare di guardare la lama cadere sul suo collo,
pregò che chi lo </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">avrebbe</span></span><span style="font-size: medium;">
colpito, sapesse il fatto suo e riuscisse nel suo intento al primo
tentativo, facendola così finita velocemente. Lui non aveva paura
della morte. Ci aveva giocato assieme tante volte, era stata sua
compagna di viaggio a lungo.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Temeva
invece la sofferenza, il dover sopportare il dolore di numerosi colpi
prima che la sua testa rotolasse infine via dal corpo. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lacrime
silenziose scivolarono dai suoi occhi e caddero sul terreno sabbioso
formando piccoli cerchi umidi che sarebbero </span><span style="font-size: medium;"><span style="background: none;">presto</span></span><span style="font-size: medium;">
stati assorbiti come il sangue che </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">di
lì a poco</span></span><span style="font-size: medium;"> sarebbe fuoriuscito dal suo
collo reciso.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Livia,
che aveva assistito alla scena con terrore e orrore, lanciò un urlo
disperato quando sentì il verdetto di Domiziano. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
era possibile! Non potevano ucciderlo così, a sangue freddo, in
quella maniera terribile e, sgomitando disperata, si fece largo tra
la folla saltando poi dentro l'arena e correndo dal suo amore in
pericolo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">L'Imperatore,
la mano ormai alzata pronta a dare l'ordine alla guardia che si era
posizionata al fianco di Edvard, si bloccò nel vedere quella giovane
e bellissima schiava correre verso di loro.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Vi
prego no!! Ha combattuto bene e con valore. Salvatelo, concedetegli
la grazia!” lo implorò, cadendo davanti a Smargidus che provò
inutilmente ad alzarsi per scacciarla via e metterla in salvo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Prendete
la mia vita piuttosto,” gridò lei afferrando il gladio di
Smargidus abbandonato sul terreno e appoggiandoselo al petto.
“Permettetemi di morire al suo posto. Che sia il mio sangue ad
essere versato oggi e non quello di questo valente gladiatore!”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Domiziano
la osservò incuriosito e affascinato suo malgrado dalla devozione di
quella ragazza innocente.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
un imperatore equilibrato, attento al benessere e alla felicità del
popolo e, perché no, anche attento alle sue casse.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Quanto
vale la vita di quel gladiatore Claudio?” Chiese rivolgendosi al
nobile che sedeva vicino a lui con l'aria avvilita.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Tanto
Cesare,” disse immediatamente, rianimandosi. “Sono entrambi i
migliori, e perderli significherebbe un gran danno per la mia </span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus</i></span><span style="font-size: medium;">
e un grande esborso per le casse dello stato.”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Domiziano
annuì poi, alzata la mano per zittire la folla, parlò ad alta voce
affinché tutti sentissero la sua volontà: </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Questa
donna, questa insignificante schiava è pronta a dare la vita per un
gladiatore. Pronta a morire al suo posto, al posto di un guerriero
che ha combattuto con onore e valore di fronte a voi. Egli ha
affrontato senza paura il suo avversario. Si è battuto
coraggiosamente e adesso è pronto a morire con onore, senza paura o
tentennamenti, per salvare un commilitone, proprio come i nostri
legionari morti per rendere grande Roma. Voi volete sangue e morte,
ma io dico che siamo qua per festeggiare una vittoria ottenuta con la
vita dei nostri soldati caduti. Dei nostri eroi. E che questi due
gladiatori, questi due valorosi combattenti, hanno mostrato il loro
valore in questa arena, si sono battuti senza risparmiarsi, hanno
mostrato quale forza di volontà possiede il popolo di Roma. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
nostro popolo. E questa donna, questa schiava, pronta a sacrificarsi
al posto di questo valente guerriero, ci ha ricordato quali siano i
sentimenti e la forza che rendono grandi il nostro Impero, la nostra
cultura e i nostri uomini! Se siamo i padroni del mondo, se il nostro
impero è così grande e potente, lo dobbiamo anche alle nostre
donne, siano esse libere romane o umili schiave. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Pertanto
io, Domiziano, vostro Cesare, affermo che per oggi è già stato
versato troppo sangue e troppe lacrime!</span> <span style="font-size: medium;">Io dico
che oggi deve essere un giorno di gioia per tutto il nostro popolo. E
che bisogna festeggiare la vittoria riportata sui nostri nemici e non
piangere sui nostri caduti.” </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Dopo
un attimo di silenzio, con un improvviso e sfuggente dolce sorriso
sul viso spigoloso aggiunse, “Andate in pace prodi gladiatori,
riposatevi e guarite dalle vostre ferite, perché il vostro coraggio,
la vostra abilità e il vostro cuore hanno reso onore al popolo di
Roma.” La sua voce si spense ancora un attimo e dopo aver lanciato
un ultimo sguardo e un sorriso diabolico alle facce stupite dei
presenti sul palco aggiunse “Così, io, Domiziano, vostro
Imperatore e vostro Cesare, ho deciso!” Concluse in un boato di
gioia che esplose nel Colosseo mentre zoppicando i due feriti, ancora
increduli della grazia ricevuta, vennero accompagnati fuori
dall'arena da Livia e dai soldati che li avevano circondati. Lì
vennero accolti da Leo e Marco ebbri di gioia nel vederli tornare
entrambi vivi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* * </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Erano
passati sette giorni. Giorni lunghi e difficili. Malgrado la ferita
fosse più grave, Invictus si era ripreso subito. Ma lo stesso non
era stato per Smargidus.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Una
volta usciti dall'arena entrambi i gladiatori erano stati sistemati
sulle barelle e portati all'interno per essere curati mentre Livia
era stata allontanata.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Fermati
donna. Tu non puoi entrare!” La voce di Leo era determinata sebbene
sul viso ci fosse un dolce sorriso e gli occhi la scrutassero pieni
di gratitudine e ammirazione per il suo coraggio.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Voglio
vedere come sta Smargidus,” lo implorò lei. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
Leo scosse la testa. “Ci occuperemo noi di lui, verrà curato nel
migliore dei modi ma alle femmine non è permesso entrare in questo
luogo.” E detto questo l'accompagnò fuori, chiudendosi poi la
porta alle spalle in maniera definitiva.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Così,
rassegnata, si era allontanata pregando che gli dei vegliassero sul
suo amore e che il medico abituato a curare quel genere di ferite
dimostrasse ancora una volta la sua abilità e lo salvasse</span><span style="font-size: medium;"><i>.</i></span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Purtroppo
la ferita di Edvard si era infettata, malgrado, dopo aver estratto il
pugnale e cucito il taglio, Marco avesse bruciato la carne proprio
per evitare quell'eventualità tanto temuta. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">La
febbre era salita veloce</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">mente</span></span><span style="font-size: medium;">,
tormentandolo ed indebolendolo e nemmeno i salassi per pulirgli il
sangue cattivo sembravano avere effetto. Dopo cinque giorni d'immensa
sofferenza Edvard era infine caduto in un torpore dei sensi che lo
stava portando a perdere lentamente la vita.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Claudio
entrò nella stanza adibita ad infermeria dove Marco assisteva quello
che ormai considerava un moribondo. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Come
sta?” Chiese il proprietario della </span><span style="font-size: medium;"><i>Ludus</i></span><span style="font-size: medium;">
avvicinandosi al letto dove bianco in viso riposava Edvard, ormai
sfinito e indebolito da quell'ultima battaglia che purtroppo stava
perdendo.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Marco
scosse la testa impotente. “Non reagisce. È talmente debole che
non riesco più nemmeno a nutrirlo. Grazie alle erbe medicinali che
ho applicato l'infezione è ormai quasi guarita e la febbre si è
abbassata a livelli accettabili ma è come se si stesse lasciando
morire. Resta sveglio e cosciente solo per pochi minuti ormai.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Claudio
guardò il medico. Aveva le occhiaie dalla stanchezza ed era chiaro
dalla sua voce depressa che aveva fatto tutto il possibile per
salvare quel ragazzo. Aveva messo in campo tutte le sue conoscenze
sulle erbe, altrimenti l'infezione non si sarebbe mai fermata e la
febbre non sarebbe scesa. Ma il buon</span><span style="font-size: medium;"><i> medico</i></span><span style="font-size: medium;">
non aveva pensato che c'era un’altra malattia da sconfiggere... e
lui conosceva l'unica medicina che poteva ancora salvare quel
gladiatore.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
aprì gli occhi ! Ascoltami!” Gli ordinò perentorio Claudio
sedendosi sul letto nel quale il ragazzo sofferente giaceva in un
dormiveglia agitato.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
aveva imparato ad ubbidire senza tentennamenti a Claudio. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Era
stato lui ad acquistarlo come schiavo quando, prigioniero, era
arrivato a Roma.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
ragazzo barbaro era stato piegato con la forza ed aveva imparato ad
eseguire gli ordini con la frusta o con le altre terribili punizioni
corporali subite ad ogni mancanza. Nel tempo aveva imparato a
rispettare i voleri del suo padrone e adesso era consapevole che ogni
sua parola era legge e obbediva ormai in maniera automatica.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Gli
occhi di Edvard si aprirono lentamente e con fatica.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ascoltami
attentamente!” Ordinò Claudio, ancora una volta, vedendo le iridi
del suo gladiatore preferito brillare di attenzione e febbre mentre
lottava contro le palpebre che tentavano di richiudersi. “Io ti
ordino di guarire. Invictus l'ha già fatto. È salvo e in ottima
salute e in questo momento si sta allenando con Leo. Tu hai
combattuto bene, con coraggio, mi hai fatto fare un’ottima figura e
guadagnare parecchi sesterzi e malgrado il sangue non sia stato
versato nell'arena come stabilito dal regolamento, ho deciso di
concederti ugualmente la Decima Tacca. Ho già dato gli ordini
affinché essa venga incisa sul tuo collare quando sarai guarito... e
quando riuscirai a metterti in piedi sarai finalmente libero di
andare per la tua strada e costruirti la tua vita. E se lo desideri
potrai andare a cercare quella coraggiosa ragazza che ti ha salvato
la vita. Hai finalmente conquistato con la spada ciò che a lungo hai
desiderato. Adesso non ti resta che sconfiggere e vincere la morte
che ti sta reclamando, per ottenere la tua ricompensa.” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus
non disse nulla ma chiuse gli occhi mentre un sorriso gli rischiarava
il volto tirato.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ecco,
adesso guarirà,” affermò Claudio “Ora ha un motivo valido per
cui lottare e vivere,” aggiunse soddisfatto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Marco
lo guardò stupito, “Così perderai il tuo migliore gladiatore. Se
lo renderai libero non credo che continuerà a combattere per te. Non
è come Leo. ”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Claudio
si voltò a guardare il suo migliore medico con gli occhi che gli
brillavano</span><span style="font-size: medium;"><i> </i></span><span style="font-size: medium;">“Lo avrei
perso comunque. La morte lo avrebbe reclamato nel giro di un paio di
giorni, lo hai detto tu stesso. E un gladiatore morto non serve a
nulla. E poi, nonostante non abbia ucciso il suo avversario, si è
ampiamente guadagnato la sua libertà,” aggiunse sibillino
ripensando all'accordo stretto con il senatore Fabio Massimo: </span><span style="font-size: medium;"><i>“
Come vuoi. Farò combattere, all'ultimo sangue, Smargidus contro il
suo migliore amico in questo scontro folle e fratricida, ma in cambio
mi devi consegnare il documento che attesta il mio tradimento.” </i></span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
così era stato fatto!</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;"><i>*
* * </i></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Claudio
aveva avuto ragione. Ciò che mancava a Smargidus era proprio un
motivo valido per cui continuare a vivere.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Infatti
dopo pochi giorni Edvard si era ripreso ed adesso stava cavalcando
lentamente per le strade di Roma visto che non sarebbe riuscito a
camminare a lungo. Zoppicava ancora vistosamente ma soprattutto era
ancora troppo debole per affrontare il lungo percorso che lo
attendeva. Marco avrebbe voluto tenerlo a letto di più ma lui, non
appena si era reso conto di riuscire a stare in piedi da solo, si era
allontanato dopo aver ringraziato e salutato tutti senza voler
sentire ragioni.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Gli
sarebbero mancati i suoi amici e i combattimenti. Gli incitamenti
della folla che lo osannava e la sensazione di sentirsi forte e
invincibile, ma finalmente aveva ottenuto ciò che desiderava: la
libertà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Quando
la porta dell'odiata </span><span style="font-size: medium;"><i>domus</i></span><span style="font-size: medium;">
si aprì davanti a lui, Edvard avanzò titubante nel vestibolo e una
voce forte e maschile lo accolse.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Benvenuto
Smargidus. Cosa ti porta in questa casa a quest'ora?” Il senatore
Fabio Massimo era lì in piedi e la sua voce era roca e stizzita “Se
è mia moglie Agrippina che cerchi, sappi che è andata via.”
Aggiunse poi guardando l'uomo che lo fissava con gli occhi bassi.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
mano di Edvard si alzò lentamente a toccare il suo collo per avere
conferma di non aver sognato. Il collare di ferro, simbolo della sua
schiavitù, era stato rimosso quella mattina come promesso da
Claudio, e lui ora era un uomo libero e non più uno schiavo. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Con
un profondo respiro tirò su la testa e lo fissò negli occhi,
un’operazione per lui prima impossibile visto il suo basso rango.
Ma adesso era finalmente libero e con dei diritti. Ma la sua voce,
malgrado tutto, risuonò ancora pacata e riverente “Non cerco
vostra moglie. Sono qua per un altro motivo.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
senatore fissò quegli occhi verdi, profondi e decisi e vi scorse la
consapevolezza di non essere più uno schiavo ma anche una vena di
timore e reverenza.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
sorriso tirato gli allargò le labbra e mentre ad alta voce disse
“Rufo, versaci due coppe di vino bianco.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
ragazzino minuto e timido, dagli occhi leggermente tirati in su e la
carnagione olivastra, si mosse con una grazia quasi felina.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
lo guardò versare il vino, stupito dalla sua presenza che non aveva
notato prima e dalle movenze decisamente femminili del ragazzo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
bel maschietto vero?” gli chiese il senatore, facendo cenno al
nuovo schiavo di allontanarsi e uscire dalla stanza, mentre gli occhi
attenti ed avidi posati su di lui sembravano spogliarlo ad ogni
passo.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
lo guardò un attimo pensoso mentre afferrava il bicchiere, poi con
un sospiro disse “Voi sapevate,” non era un’accusa ma solo una
constatazione.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Dei
giochini di mia moglie con te? Sì. Ho iniziato a sospettare un po'
di tempo fa, poi ho avuto le prove. Da quando vi incontravate?” La
voce era calma, quasi rassegnata.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Da
un po'.” Rispose lui vago. Era assurdo ferirlo ulteriormente.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
sorrise, “Molto diplomatico da parte tua, per essere solo un bel
gladiatore. Comunque sia, in fondo, mi hai fatto un favore. Con la
scusa del suo tradimento ho allontanato Agrippina mandandola in
campagna da sua cugina. Lì non potrà fare altri danni... ed io ho
trovato qualcun' altro di più piacevole a scaldarmi il letto,
piuttosto che quella tigre arrabbiata e perversa.”</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
lo guardò indeciso, poi posò su un basso mobiletto la coppa di vino
intonsa che si era solo rigirato tra le mani. “Siete stato voi ad
organizzare l'incontro. Era la vostra vendetta,” affermò con un
filo di voce.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Vendetta?
Che </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">parola</span></span><span style="font-size: medium;">
brutta e pericolosa da pronunciare, Smargidus. Diciamo che è stata
la mia</span><span style="font-size: medium;"><i> lezione</i></span><span style="font-size: medium;">. In
fondo, alla fine l'hai scampata, no? E anche il tuo amico ho sentito
dire...” affermò sorridendogli apertamente per la prima volta.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lui
si limitò ad annuire. Iniziava ad avere paura. Non era bravo con le
parole mentre queste erano l'arma che il senatore usava normalmente. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un’arma
che poteva facilmente diventare letale.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Comunque
non mi hai ancora detto il perché sei venuto qua. Cosa vuoi da me?”
gli chiese il senatore sorseggiando e gustando lentamente il suo
vino.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Voglio
che mi vendiate Livia. La schiava che lavora per voi.” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ecco
l'aveva detto. E con una mano si staccò il sacchetto di cuoio
robusto che portava in vita. Era pieno di monete, tutte quelle che
aveva guadagnato, tutte quelle che aveva messo da parte in quegli
anni per garantirsi un futuro una volta che avesse smesso di
combattere e avesse conquistato la sua libertà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
siccome non ci sarebbe stato alcun avvenire senza di lei... </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
era pronto a rinunciare a tutto pur di donarle la libertà che lui
era riuscito a conquistare, pur di poter passare gli anni che gli
restavano da vivere assieme. Sapeva che senza denaro il futuro non
sarebbe stato facile, ma... era pronto a tutto. Insieme avevano
sconfitto la morte, insieme potevano costruirsi una nuova vita. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Nulla
li avrebbe potuti fermare, nemmeno la povertà.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Il
sacchetto cadde pesantemente sul mobile vicino al senatore il quale
affondò la mano afferrando delle monete e </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">tirandole
fuori, </span></span><span style="font-size: medium;"> con lo sguardo pensoso mentre le
faceva scivolare </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">attraverso
le dita</span></span><span style="color: red;"><span style="font-size: medium;"> </span></span><span style="font-size: medium;">e
tintinnare nuovamente </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">dentro</span></span><span style="font-size: medium;">.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Già,
è vero. Mi ero dimenticato. La schiava che ti ha salvato la vita, se
non sbaglio,” affermò circospetto. “Agrippina voleva portarsela
dietro. Penso volesse vendicarsi del suo amore tradito. Amare il suo
giocattolo, soffiarglielo via da sotto al naso... no, non andava
affatto bene. Era un affronto che mia moglie non le avrebbe
facilmente perdonato. È sempre stata vendicativa, lo sai.”
Commentò assorto mentre un brivido di paura scendeva nella schiena
di Edvard.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Ma
non l'ho permesso,” affermò il senatore con un sospiro, “Una
piccola vendetta nei confronti della mia cara e infedele
mogliettina.” Aggiunse ridacchiando, poi indicando i sesterzi gli
chiese “Te li ha dati Agrippina? Sono i soldi che ti elargiva in
cambio del tuo corpo?”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
rimase un attimo in silenzio, insicuro su cosa rispondere, poi decise
che era meglio dire la verità.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Sì,
in parte. È vero, lei mi pagava profumatamente, e qui dentro ci sono
i suoi compensi ma ci sono anche quelli che Claudio ci donava </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">come
incentivo</span></span><span style="font-size: medium;"> e i premi che ho guadagnato
negli incontri o che mi sono stati elargiti dai nobili soddisfatti
dello spettacolo offerto... o più facilmente dalle loro mogli,”
aggiunse con un sorrisino timido.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Fabio
Massimo ridacchiò, nonostante tutto non riusciva ad odiare
quell'uomo. Lo aveva visto combattere più di una volta e lo ammirava
per questo. Ammirava il suo coraggio e la sua determinazione, mentre
invidiava il suo fisico e la lussuria che sembrava scatenare in ogni
donna, anche se in fondo era stato solo un povero disgraziato, uno
schiavo, che aveva venduto il corpo a quell'arpia di sua moglie in
cambio di denaro. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
senatore ci pensò un attimo, poi afferrata la borsa con i sesterzi e
gliela tirò fra le braccia. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Riprenditi
i tuoi soldi, gladiatore. Considerali un equo compenso per aver
sopportato mia moglie per tutto questo tempo. Non oso immaginare cosa
ti abbia fatto passare quella tigre assatanata.” gli disse, poi
aggiunse “E ovviamente portati pure via quella schiava. Non mi
serve. Troppe donne qua dentro non vanno bene, chiacchierano troppo e
poi ho Rufo che può fare il suo lavoro benissimo,” aggiunse
vedendolo trasalire.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Edvard
rimase un attimo in silenzio scioccato poi abbassò la testa in una
formale riverenza, “Grazie” disse emozionato, sapendo che con
quei soldi avrebbero potuto mantenersi per qualche tempo e magari
comprarsi una casetta in campagna con un po' di terreno da coltivare.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Vattene,
sparisci. Non ti voglio più vedere.” Gli intimò Fabio Massimo,
poi aggiunse severo “Vai via da Roma, lontano da qua e se mai ti
troverò ancora nei pressi della mia dimora</span><span style="font-size: medium;"><i> </i></span><span style="font-size: medium;">o
di mia moglie ti farò crocifiggere. Non lo scordare mai !”</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Edvard
lo guardò e annuì. La minaccia non lo spaventava, aveva altri piani
e un intero mondo davanti a sé. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">*
* *</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Livia,</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">
inginocchiata a terra, stava lavando il pavimento</span></span><span style="font-size: medium;">.
Insieme alle altre schiave stava pulendo la grande sala dove
l'indomani il senatore avrebbe dato una </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">sfarzosa
</span></span><span style="font-size: medium;">festa.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">La
voce delle ragazze riempiva le sue orecchie ma lei non le ascoltava.
La sua mente era lontana chilometri.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Vedeva
e rivedeva le scena del duello nella sua mente e si domandava se lui
fosse sopravvissuto e, se sì, che fine avesse fatto. Non aveva più
avuto sue notizie. Forse era partito con la sua padrona, con
Agrippina. Forse invece aveva cambiato semplicemente amante. Se fosse
stato così si sarebbe rassegnata, ma se lui fosse morto... il dolore
al petto la piegò in avanti. Era sempre così quando i suoi pensieri
volgevano al peggio. Era come se un ferro rovente le perforasse il
petto.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">All'improvviso
si accorse del silenzio che la circondava. Le altre ragazze si erano
ammutolite e immobili fissavano qualcosa alle sue spalle.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
si girò e rimase a fissare due occhi verdi come smeraldi che la
guardavano.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Smargidus...
sei vivo!” Urlò, alzandosi da terra come un fulmine e
precipitandosi fra le sue braccia, rischiando di farlo cadere.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sei
tu. Sei proprio tu,” gli disse incredula accarezzandogli le braccia
con dolcezza per essere sicura fosse reale. Temeva fosse un fantasma
venuto a tormentarla, una visone creata dalla sua mente impazzita dal
dolore. Era pallido e chiaramente dimagrito, ma era sempre lui,
sempre il suo amore proibito. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">No.”
Disse piano lui afferrando con le sue mani grandi e forti </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">quelle
di lei. </span></span><span style="font-size: medium;">“Smargidus è morto.” Affermò,
lasciandola per un secondo interdetta e costernata e con gli occhi
spalancati dal terrore.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Non
sono più un gladiatore e uno schiavo. Adesso sono un uomo libero. E
il mio nome è Edvard.” Aggiunse con quel sorriso sghembo che la
trapassava ogni volta. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Lei
arretrò, all'improvviso spaventata, gli occhi puntati sulla striscia
di pelle pallida e bianca che un tempo era coperta dal collare adesso
sparito. Poi si affrettò ad abbassare lo sguardo come si conveniva
ad una schiava di fronte ad un cittadino romano. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sei
venuto a salutarmi? Partirai?” Gli chiese, ingoiando a vuoto e
sentendo le gambe che le stavano cedendo e il cuore farsi in mille
pezzettini.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sono
venuto a comprarti. Tu adesso sei mia Livia,” mormorò lui
allungando le mani per accarezzarle le spalle nude.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sì,
mio signore,” mormorò lei, ferita, inchinandosi davanti a lui,
davanti al suo nuovo padrone. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
“<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Non
hai capito Livia? Non hai capito amore mio?” Le disse lui
afferrandola e facendola raddrizzare. “Sono venuto a liberarti,”
affermò </span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">con un sorriso
sulle labbra</span></span><span style="font-size: medium;"> nel vederla spalancare gli
occhi sorpresa. “Ho comprato e riscattato la tua libertà,”
aggiunse con la voce che gli tremava leggermente dall'emozione. </span></span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Poi
inginocchiandosi davanti a lei, tenendole una mano stretta fra le
sue, disse “E adesso ti chiedo di rispondermi da donna libera: mi
vuoi sposare? Vuoi venire via con me? Vuoi diventare mia moglie
davanti ad ogni cittadino romano e non?” </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Un
silenzio pieno di aspettative ed emozione cadde tutto intorno a loro.
</span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Il
tempo sembrò fermarsi, dilatarsi all'infinito prima che Livia con
gli occhi pieni di lacrime gridasse: “Sì. Sì. Sìììì. Lo
voglio Edvard. Lo voglio”. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">Lui
le sorrise raggiante poi si alzò</span><span style="color: black;"><span style="font-size: medium;">
barcollando</span></span><span style="font-size: medium;"> e l'afferrò repentino
prendendola in braccio e sollevandola da terra agevolmente, come
fosse una leggera e impalpabile piuma, mentre le braccia di lei si
stringevano al suo collo muscoloso e le loro labbra bagnate dalle
lacrime di entrambi si univano in un bacio liberatorio.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Sempre
tenendola fra le sue braccia, malgrado zoppicasse vistosamente,
Edvard diede le spalle a quella casa tanto odiata, mentre le altre
schiave esplodevano in applausi e grida di gioia.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Una
meravigliosa favola si era realizzata sotto ai loro occhi.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: small;"><span style="font-size: medium;">E
sempre stringendola stretta a sé, come se qualcuno potesse
rubargliela, Edavard salì con lei sul cavallo che Leo, Invictus e
Marco gli avevano donato quella mattina quando, emozionato, aveva
detto loro addio e insieme, senza più voltarsi, si allontanarono in
mezzo alla folla dicendo per sempre addio a Roma e a tutto il loro
passato, diretti verso l'unica meta che ora entrambi agognavano... la
felicità.</span></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;"><i><b>Fine
?</b></i></span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">E
vissero felici e contenti?</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Nessuno
lo saprà mai, così come non si conosce nulla della vera vita di
Smargidus. La storia ci ha tramandato per scritto solo il suo
soprannome e la certezza che fu un grande gladiatore... nulla di più.
Non so se morì nell'arena o riuscì a conquistare la sua libertà e
la sua felicità. </span></span>
</div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: medium;">Ma
io voglio immaginarlo tornare nelle terre che lo avevano visto
nascere da uomo libero e con Livia generare quei figli che
continueranno a rendere grande l'Impero di Roma e dal quale, in
qualche arcano modo, ancora adesso ne siamo la discendenza.</span></span></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<br /></div>
<br />
<div align="CENTER" style="line-height: 100%; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0.49cm;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><span style="font-size: x-large;"><b>Fine</b></span></span></div>
<br />
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-53063185345692338562013-02-09T10:43:00.006+01:002017-02-16T11:44:33.431+01:00 Emmett e la sua cantante. <h3>
<a href="http://pochedecadi.blogspot.it/">Spinn-off " Nel giro di poche decadi: il passato di Edward"</a></h3>
<br />
Avevo dovuto accontentare Rosalie. <br />
Io l'amavo teneramente e sapevo che malgrado il suo modo di fare brusco lei mi amava intensamente. <br />
Ero
consapevole che di fronte agli altri si metteva una maschera,
probabilmente non voleva far vedere quanto dolce fosse in realtà. <br />
Ma io lo sapevo e l'adoravo per questo.<br />
Pendevo dalle sue labbra, avrei fatto qualsiasi cosa per lei, per renderla felice. <br />
Sapevo
che Edward non l'apprezzava ma sapevo anche che il suo cuore era troppo
carico di dolore e solitudine per riuscire a capire veramente sua
sorella.<br />
Lui non l'aveva mai sentita mugolare di piacere, lui non
l'aveva mai sentita attaccarsi alle mie spalle, consolarmi, baciarmi e
dirmi che mi amava.<br />
E quando lo faceva sentivo quasi il suo cuore battere per me, la sua anima aprirsi a me e il suo amore travolgermi. <br />
Io le appartenevo come lei apparteneva a me.<br />
<br />
Mi
aveva raccontato tutto, tutto quello che le era successo ed io l'avevo
aiutata a sentirsi di nuovo donna. Assieme dimenticavamo il nostro
dolore, dimenticavamo che eravamo vampiri immortali, assieme saremmo
vissuti per sempre e se fosse successo qualcosa ad uno di noi l'altro
lo avrebbe raggiunto presto.<br />
<br />
Così mi avviai di buon grado a
prenderle il vestito che mi aveva chiesto, contento di poterla rendere
felice. Edward era quasi convinto che io fossi trattato pari a uno
schiavo da lei ma si sbagliava io non ero uno schiavo ma un innamorato. <br />
Lui
non poteva sapere cosa significava amare come amavamo noi e mi
auguravo che prima o poi avrebbe capito, avrebbe incontrato qualcuno per
cui era disposto a fare qualsiasi cosa.<br />
<br />
Avevo recuperato il vestito e mi ero diretto a casa lungo il sentiero tra i boschi per far prima.<br />
Piccole case isolate fiancheggiavano la strada mentre il solito giorno nuvoloso stava giungendo al termine.<br />
Ero
rilassato e felice. Pensavo alla sua bocca, alle sue carezze che mi
avrebbero accolto fra non molto, quando l'odore arrivò prepotente a
invadermi le narici.<br />
Un odore dolcissimo mi travolse, mi attirò e mi costrinse a girarmi e a cercarne la fonte.<br />
Mai
avevo sentito una voglia così irrefrenabile di sangue, mai avevo
percepito così chiaro la sete bruciarmi la gola e da qua propagarsi a
tutto il mio essere. Era persino peggio di quando ero stato trasformato e
avevo fatto stragi come neonato.<br />
Sgranai gli occhi nel vedere quella
donna ritirare i panni stesi e piegarli con cura. Il profumo proveniva
da lei, mi chiamava come una sirena, mi impediva di fuggire, di
allontanarmi.<br />
Ero perso dentro di lui, completamente in sua balia,
mentre un passo dopo l'altro mi avvicinavo annusando e perdendo sempre
di più il controllo di me stesso.<br />
I volti dei miei nuovi genitori
stavano sbiadendo rapidamente, le prediche e i loro insegnamenti erano
ormai un pallido ricordo, così come lo sguardo di sgomento che avrebbe
avuto la mia dolce Rosalie.<br />
Un passo, due passi, i metri che si riducevano, lo stomaco che si contraeva, i muscoli che si preparavo a scattare........<br />
Mi
fermai un attimo quando un pensiero coerente mi apparve nella mente
quali conseguenze avrebbe avuto il mio gesto? Mi avrebbero cacciato?
Rosalie mi avrebbe abbandonato??<br />
Ma le risposte non importavano al
vampiro... lui aveva solo sete, lui percepiva solo il bisogno di bere e
con un balzo lo soddisfai.<br />
Mi abbeverai senza lasciare scampo alla
mia preda, senza un briciolo di rimorso, solo godendo di quel dolce
nettare che mi aveva stregato, solo soddisfando il mio istinto fuori
controllo.<br />
<br />
Fu solo quando depositai il corpo per terra che mi resi conto di quello che avevo fatto e delle sue possibili conseguenze.<br />
Fu solo quando il vampiro si sentì sazio che capii ciò che avevo combinato e il terrore m' invase.<br />
Afferrai il vestito e corsi lontano veloce e disperato sperando che la distanza fosse sufficiente a calmare la mia disperazione.<br />
Mi
fermai di fronte a una pozza d'acqua limpida e mi specchiai. Non ero
pronto a vedere ciò che mi aspettava. Non ero pronto a guardare il mio
riflesso e quando due occhi rossi mi guardarono di rimando tremai
spaventato.<br />
Erano i miei occhi, erano le mie braccia quelle coperte di sangue, che si riflettevano in quello specchio improvvisato.<br />
Mi allontanai con un balzo e mi sedetti su una pietra disperato e consapevole di quello che avevo fatto.<br />
E
adesso? Mi chiesi sconvolto. Con che coraggio potevo presentarmi alla
mia famiglia??? Loro non avrebbero mai capito. Come potevo spiegargli
quello che mi era successo?? Come potevo raccontagli di quanto fosse
impossibile sfuggire a quella tentazione ???<br />
<br />
Mi strinsi le mani
sul volto disperato chiedendomi se non fosse giusto fuggire lontano. Ero
un mostro, un assassino. Ero convinto di aver imparato a dominarmi di
poter vivere serenamente con la mia nuova famiglia con la mia
Rosalie..... ma mi sbagliavo. Eccome se mi sbagliavo.<br />
<br />
Mi
maledissi, imprecai, urlai al buio la mia disperazione, ma sapevo che
non serviva a nulla. Nessuno poteva rispondermi, nessuno poteva venire
in mio soccorso mentre il silenzio della notte mi stava avvolgendo
nuovamente come un sudario. <br />
<br />
Quella donna era morta ed io non potevo cambiare le cose.<br />
<br />
Ma
non potevo nemmeno fuggire. Non potevo lasciarli nel dubbio, dovevo
prendere coraggio e andare a casa. Gli avrei spiegato, gli avrei chiesto
perdono e sarei fuggito lontano da loro.<br />
E avrei rinunciato al mio amore..........si perché lei non meritava di avere un mostro come me per compagno.<br />
Ero cosciente della delusione che tutti avrebbero provato, la stessa delusione, lo stesso dolore che stavo provando. <br />
E tremando cosciente di andare a dire addio al mio mondo e al mio amore mi avviai a casa. <br />
Dovevo prendermi le mie responsabilità, non avevo altra scelta. <br />
<br />
Quando
entrai in casa non avevo coraggio di alzare gli occhi, di mostrarmi per
quello che ero ma non potevo cambiare il passato e stringendo i denti e
serrando i pugni per la vergogna alzai gli occhi e permisi loro di
capire quello che avevo fatto.<br />
Ero convinto che mi avrebbero
scacciato, urlato contro e insultato e invece dopo un attimo di spavento
e d'incredulità per il mio gesto mi ritrovai ad essere consolato.<br />
Avevano capito e perdonato. La mia Rosalie non mi guardava con pietà, non lo avrei potuto sopportare, ma con amore. <br />
L'amore che tutto capisce e tutto perdona.<br />
E
malgrado potessi quasi percepire il loro dolore per il mio errore, non
ci fu una parola di biasimo, una sola recriminazione. Avevano capito e
perdonato. <br />
<br />
E quando lei mi strinse al suo petto i singhiozzi iniziarono ad uscire incontrollati e incontrollabili. <br />
E
dopo che Carlisle mi ebbe spiegato che non sempre si può resistere,
che lui era pronto a perdonare e dimenticare proprio come la mia
famiglia, Rosalie prendendo congedo da tutti mi trascinò di sopra.<br />
<br />
Qui
con la dolcezza che solo io conoscevo mi fece levare i vestiti
insanguinati, mi ripulì con un asciugamano bagnato del sangue che mi
ricopriva, baciandomi ogni parte tornata pulita come a voler
sottolineare che io per lei ero pulito da ogni peccato.<br />
E per ultimi mi baciò gli occhi.<br />
Quegli occhi che tanto erano cambiati nel colore ma che erano sempre lo specchio del mio amore per lei.<br />
“Ti
amo Emmett. Si può sbagliare. Qualsiasi cosa succeda in futuro, io
sarò qua sempre ad aspettare che tu torni da me.” mi sussurrò mentre
appoggiava le sue labbra sulle mie a silenziare le mie proteste, a
sancire il suo amore per me come se avesse letto nella mia mente i miei
progetti di fuga.<br />
E con un sospiro mi abbandonai fra le sue
braccia...........il suo amore era l'unica cura possibile, il suo cuore
l'unico posto in cui volevo stare, il suo corpo l'unica casa che
conoscevo........anche se il ricordo e il rimorso di quello che avevo
fatto mi avrebbero accompagnato per l'eternità.Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-54976685052347401052013-02-09T10:43:00.002+01:002017-02-16T11:44:52.892+01:00 La decisione di Alice<h3>
<a href="http://pochedecadi.blogspot.it/">Spinn-off "Nel giro di poche decadi: il passato di Edward"</a></h3>
<br />
Stavo
camminando nel bosco con Jasper per mano, lo avevo aspettato a lungo ma
sapevo che prima o poi lo avrei incontrato. Le mie visioni non
sbagliavano mai. Lo avevo provato sulla mia pelle, ne avevo avuto la
prova nella mia vita da umana e adesso avevo capito quanto utile fosse
il mio dono che si era evoluto con la mia trasformazione. <br />
Eravamo diretti verso una meta ben precisa. <br />
Quando
mi ero risvegliata vampira una delle mie prime visioni era stata
quella di vedermi nutrire di sangue animale subito seguita da quella
relativa al mio ingresso in una famiglia con altri vampiri dagli occhi
gialli.<br />
Non sapevo bene come si sarebbe potuta realizzare ma ero sicura che si sarebbe avverata. <br />
Mi
sentivo sola e spaesata e il sapere che c'era qualcuno che mi avrebbe
accolto come una figlia e sorella mi riempiva di gioia. <br />
Ovviamente
quella visione tornava spesso a trovarmi. Avrei potuto definire il mio
futuro come un grosso album delle fotografie. Mi vedevo sparire tra le
braccia del vampiro grossissimo di nome Emmett, sorridere e giocare a
scacchi con quello piccino dai capelli rossi di nome Edward, lanciarmi
in spese pazze con una certa Rosalie e abbracciare quelli che
sarebbero diventati i miei genitori.<br />
E ovviamente mi ero già vista entrare nella loro casa.<br />
Ma prima avevo dovuto cercare lui. Il mio amore. La mia metà.<br />
Nelle mie visioni con loro Jasper era sempre vicino a me, pronto a proteggermi, a battersi per me se ce ne fosse stato bisogno. <br />
Sapevo che lo avrei incontrato e lo avevo atteso.<br />
Avevo atteso il mio amore per iniziare assieme una nuova vita.<br />
<br />
Sospirai felice non vedevo l'ora d'incontrarli e abbracciarli di persona. <br />
Sentivo
l'agitazione di Jasper e la sua diffidenza avvolgermi in una morsa e
questo non mi piaceva. Doveva arrivare tranquillo e sereno, sicuro di
essere accettato e pronto a cambiare dieta e vita. <br />
Sapevo che lo
faceva per me, sapevo che era scettico sulla sua capacità di adattamento
ma sapevo anche che mi amava ed era pronto a fare qualsiasi cosa per me
qualsiasi sacrificio. <br />
Mi fermai quando vidi le luci della loro casa
da lontano e appoggiai le mie labbra sulle sue sentendo una scossa
percorrermi tutta la schiena mentre le sue mani si posavano sui miei
reni per avvicinarmi ancora di più a lui. “Fidati Jasper andrà tutto
bene. Io l'ho visto” gli sussurrai sulle labbra.<br />
Lui in risposta mi
strinse di più a me. “Non permetterò mai a nessuno di farti del male” mi
rispose guardandomi negli occhi. I suoi ancora perfettamente rossi
erano carichi solo di amore ed io lo guardai perdendomi in quelle
profondità così sincere..... così cariche d'amore.<br />
“Nessuno mi farà
del male. Lì troveremo solo amore e amicizia, una casa e una famiglia
pronta ad accoglierci” risposi sulle sue labbra.<br />
Lui annui
sorridendomi. “Mi fido di te Alice” rispose e il suo desiderio m' invase
prepotente, la sua voglia di prendermi mi travolse e con un mugolio gli
sussurrai “Io ti amo Jasper” e con un rapido gesto mi sfilai la
maglietta lasciando che le sue mani si posassero sulla mia pelle.<br />
Eravamo
pronti ad entrare in quella nuova famiglia ma prima di farlo dovevamo
amarci ancora un ultima volta senza testimoni, senza limiti o remore.
L'avevo visto pensai con un sorriso mentre lui mi faceva sdraiare sulle
morbide foglie del bosco e dolcemente sussurrandomi nelle orecchie
slacciava i miei pantaloni. Chiusi gli occhi, e affinai gli altri sensi,
non era il momento di avere altre visioni. Il nostro futuro era ormai
molto vicino.<br />
<br />
Io e lui, due corpi e un anima. <br />
Due vampiri e un unico destino, uniti per sempre e parte integrante della nostra nuova famiglia.<br />
Si
il futuro che avevo visto si stava per realizzare e la gioia mi
travolse assieme al piacere mentre lui adagiato sul mio corpo gridava
il mio nome alla luna.Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-54767036808883607542013-02-09T10:04:00.000+01:002013-02-09T10:04:05.637+01:00La trasformazione di EmmettQuando vidi Rosalie entrare in casa stringendo fra le braccia un omone
insanguinato se non fossi stato un vampiro mi sarebbe venuto un colpo.<br />Cosa aveva combinato mia sorella????<br />Per
fortuna mio padre era in casa e richiamato dalle urla di mia sorella
piombò in salotto come una pallottola di fucile e senza perdere tempo lo
portò nello studio.<br />Quando lo vidi scendere ed abbracciare Esme capii quello che era successo.<br />“Ho trasformato quel ragazzo. Non c'era la possibilità di salvarlo e Rosalie mi ha chiesto di cambiarlo per lei”<br />Mia madre si voltò verso di me i suoi pensieri rivelavano la sua preoccupazione.<br />Non andavo molto d'accordo con Rose e si stava chiedendo come avrei preso quel nuovo ingresso in famiglia.<br />Sbuffai irritato. Non ero certo un bambino!!! E poi forse avrei trovato un fratello che mi avrebbe fatto compagnia.<br />Nei tre giorni seguenti il ragazzone continuò a urlare in preda ai dolori della trasformazione.<br />Rosalie non si staccò mai da lui e i miei genitori si alternavano per fargli compagnia.<br />Io giravo abbastanza al largo aspettavo con ansia che diventasse un vampiro. <br /><br /><br />Quando il suo cuore cessò di battere corremmo tutti da lui richiamati dall'urlo di Rosalie.<br />I suoi occhi sbatterono un attimo e poi li aprì. Erano rossi e grossi mentre un sorriso si apriva sul suo volto.<br />Stava fissando mia sorella poi si girò verso di noi preoccupato.<br />Carlisle con pazienza cercava di spiegargli cosa era diventato ma lui si guardava intorno ascoltando appena mio padre.<br />I suoi pensieri erano confusi così come i suoi occhi erano sgranati dalla nuova visione delle cose.<br />“Stai dicendo che sono un vampiro? Che i miei sensi sono finissimi?” chiese incuriosito.<br />“Si
ragazzo. E non solo.... sei diventato velocissimo e fortissimo rispetto
agli standard umani” gli spiegò pazientemente Carlisle.<br />Lui lo guardò e ancora in boxer e maglietta si precipitò fuori dalla stanza.<br />“Edward fermalo” urlò Esme spaventata da quel gesto così repentino.<br />Corsi veloce e quando lo raggiunsi lo trovai in giardino intento a guardarsi indietro con un sorrisetto felice sulle labbra.<br />“Whau è vero sono velocissimo.” mi disse.<br />In
pochi secondi fummo raggiunti dagli altri e lui sempre sorridente corse
verso un povero abete sradicandolo e alzandolo sopra la testa.<br />Era forte sul serio pensai preoccupato. Se non imparava velocemente a gestire la sua forza avremmo avuto non pochi guai.<br />Con
un gesto repentino lanciò il tronco nella foresta e si voltò verso di
noi “Allora è vero sono proprio forte.” commentò soddisfatto.<br />“Si “ gli rispose Esme “e sei diventato ancora più bello di prima” <br />Lui la guardò un attimo e fece l'occhiolino a mia sorella “Sei d'accordo bocconcino?” le chiese <br />Lei si limitò a sorridere raggiante delle sue attenzioni.<br />Uscii immediatamente dalla testa di Rosalie, i suoi pensieri mi stavano già irritando.<br />Carlisle
sospirò “Ragazzo dovresti rientrare in casa avrai sete e poi brilli.
Oggi c'è il sole” i pensieri di mio padre erano tutti dedicati alla
segretezza. Era giorno e il sole spendeva nel cielo. Voleva dargli del
sangue che tenevamo di riserva per tenerlo bravo fino a sera, poi lo
avremmo portato a caccia.<br />Lui lo guardò sempre sorridente e poi
lentamente alzò prima un braccio e poi l'altro rimirando i giochi di
luce che risplendevano su di essi.<br />“E' bellissimo. Allora è vero.” commentò assorto.<br />Con un urlo cercai di bloccarlo. Ma era tardi.<br />Con un gran sorriso sulle labbra lo vidi scostarsi i boxer guardarci dentro e urlare soddisfatto' : <span style="color: #bf0040;"><span style="font-size: 150%; line-height: normal;">“BRILLAAAAAA!!”.</span></span><br /><br />Il mio incubo era solo all'inizio. <br /><br />“Sono fritto” commentai allontanandomi il più velocemente possibile. <br />Se
prima convivevo con una coppia dolce e discreta adesso la seconda mi
avrebbe fatto impazzire con i loro pensieri osceni per il resto
dell'eternità.Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-59001778570906206642013-02-09T10:03:00.002+01:002013-02-09T10:03:28.858+01:00“C'era una volta..... e adesso non c'è più”<span style="font-style: italic;">“C'era una volta un principe azzurro
che cavalcava sul suo bel cavallo bianco in mezzo al bosco per
raggiungere la sua principessa in pericolo. Il cavallo stava
trottando felice quando in mezzo al sentiero il principe si trovò un
bel ragazzo dalla carnagione bianca, i capelli biondi e gli occhi
topazio..........<br />Alice quella sera ricevette in regalo un bellissimo mantello azzurro.......<br /><br /><br /><br />C'era
una volta una bimba che portava un lungo mantello rosso e che tutti
chiamavano Cappuccetto Rosso. Quella mattina passando in mezzo al bosco
per raggiungere la casetta della nonna, aveva paura del terribile lupo
che si aggirava nei boschi e contro il quale la mamma l'aveva messa in
guardia. <br />Stava camminando e raccogliendo more quando si trovò
un bellissimo ragazzo dalla carnagione bianca, i capelli biondi e gli
occhi arancioni sorriderle davanti. Lei spaventata iniziò a correre e
intanto gridava “Aiuto” e pensava “Speriamo che non mi trovi il lupo con
tutte queste urla”<br />Alice quella sera ricette in regalo una bella mantella rossa foderata di pelliccia di lupo.........<br /><br /><br /><br />C'era
una volta una bella ragazza bionda che viveva in una casetta nel bosco
con tre fatine che avevano deciso di non usare più la magia. Il suo nome
era Aurora ma tutti la chiamavano Rosaspina. <br />Stava passeggiando e
cantando felice per il bosco quando incontrò un bellissimo ragazzo dalla
pelle bianca, i capelli biondi e gli occhi rubino....... Subito si
spaventò di quella magnifica visione e gli urlò “Se non te ne vai chiamo
le mie fatine a proteggermi” <br />Lo vide sorridere e leccarsi i denti.<br />Quella
sera Alice ricevette una bacchetta magica in regalo come Rosalie e
Bella mentre Esme si provava uno strano abito metà rosa e azzurro......”</span><br /><br /><span style="font-weight: bold;"><span style="font-style: italic;">“Quindi se non ti sbrighi a dormire domani Jasper porterà in regalo ad Alice un bel pigiamino rosa …........”</span></span><br /><br /><br /><span style="color: #8000bf;">E buonanotte alle favole </span>Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-57389192094355907242013-02-09T09:34:00.003+01:002013-02-09T10:05:37.152+01:00Le vie del destino<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Dovevo
alzarmi, tenevo la mia Bella immortale tra le braccia e odiavo
doverla lasciare .</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La
mia Bella, in tutti i sensi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ero
felice, la gioia fatta in persona.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lei
aveva deciso di sposarmi e mi aveva regalato una bellissima bambina.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Amavo
la mia mezza-vampira come me stesso.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Certo
avevo dovuto trasformare Bella per salvarle la vita ma questo era
stato un piccolo prezzo da pagare in confronto alla gioia di averla
vicino a me per sempre.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Quelle
parole mi riempivano la bocca e l'anima.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Cercai
di muovermi lentamente avevo sentito la mia bambina piangere e non
volevo si alzasse Bella, era la terza volta che frignava e si era
sempre mossa lei.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Edward,
stai, vado io” mi disse cercando di trattenermi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io
scossi la testa. “No tesoro. Vado io. Non capisco cosa abbia
questa
sera” le risposi dandole un bacino sulla fronte. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lei
sospirò e si spostò per lasciarmi scendere.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Veloce
andai nella sua stanza. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La
bimba era seduta sul suo letto. Gli occhi grandi uguali a quelli
della mia Bella mortale mi guardavano pieni di lacrime.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Voglio
dormire vicino a voi. Ho fatto un incubo”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Mi
sedetti vicino a lei e l'abbracciai stando attento a non schiacciarla
troppo.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lei
sentii il mio corpo freddo e rabbrividì.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Un
sorriso mi si allargò sul viso.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La
mia bambina, la mia piccola bambina. Amavo tenerla così,
vicino a
me.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Va
bene piccina vieni” la presi in braccio stando attento ad
avvolgerla in una coperta per non ghiacciarla e tenendola stretta la
portai fra di noi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Grazie
papà. Grazie mamma” sussurrò
sbadigliando mentre si sistemava fra
di noi già mezzo addormentata.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Edward...”
sospirò Bella.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Probabilmente
stava pensando alle coccole che si sarebbe persa quella notte.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Le
sorrisi e mi sporsi sopra la bimba per baciarla teneramente.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Passammo
tutta la notte così vicini ed ero al colmo della
felicità.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Quando il sole
illuminò la nostra camera ci sorprese nelle stesse
identiche posizioni.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io
mi stiracchiai e svegliai la bimba con un bacino sulla guancia.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Buongiorno
amore. E' ora di alzarsi”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">No.
Ho ancora sonno. Lasciami dormire” protestò la mia
piccola gioia</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Mi
spiace piccina, ma devi andare dai nonni. Noi dobbiamo andare a
scuola” le spiegai mentre la svegliavo accarezzandole la
testa
dolcemente.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Uffa
papà. Lasciami in pace. Non ci voglio andare
lì.” brontolò
tenendo gli occhi chiusi a forza.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sentii
Bella sospirare. Anche a lei spiaceva lasciarla dai miei genitori. Ma
non c'erano altre scelte.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Coraggio
Piccina. Alzati!!” il mio tono di voce si era fatto
più deciso.
In fondo ero suo padre e mi doveva obbedire.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">No.
Io sto qua! Non mi potete costringere” mi rispose
impertinente.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Persi
la pazienza. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Si
stava facendo tardi ed ero anche un po' frustrato del fatto che ci
avesse rovinato la notte.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">E
no. Al papà si ubbidisce” risposi alzando la voce
e prendendola in
braccio per costringerla ad uscire dalle coperte.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lei
aprii gli occhi e mi fulminò con lo sguardo mentre
rabbrividiva per
il contatto con la mia pelle gelida.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Sei
proprio cattivo. Ti odio” se ne uscì fuori
scappando dalle mie
braccia e mettendosi dritta in piedi in fondo al letto.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Ma
cosa stai dicendo?” intervenne Bella in mia difesa sbigottita.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Che
è un mostro. Non è il mio
papà” e detto questo con le lacrimone
che le scendevano lungo le guance iniziò a tremare.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io
la guardavo in silenzio colpito e ferito dalle sue parole.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E
poi... tutto ad un tratto mi ritrovai a fissare un bellissimo
cucciolotto dal pelo rossastro che mi ringhiava contro.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Rimasi
sconvolto mentre la verità mi apriva finalmente gli occhi.
Guardai
Bella “Tu...” lei fissava la bimba e poi me con lo
sguardo vitreo
e colpevole “Edward... io”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">No”
gridai schiacciandomi le mani sul viso per non vedere la prova del
suo tradimento con Jacob
“No...non...è...possibile...no...non
voglio...no...nooo...”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Due
schiaffi forti mi riportarono alla realtà.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Aprii
gli occhi e vidi il volto di Carlisle fissarmi preoccupato mentre con
le mani teneva fermi i miei polsi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Edward...che
ti è successo? Stai bene ragazzo mio?” mi chiese
preoccupato.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io
aprii gli occhi e li sbattei cercando di mettere a fuoco dove mi
trovavo.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ero
nella mia stanza a casa Cullen sdraiato sul mio divano. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Guardai
Carlisle stranito. “Cosa è successo?”
gli chiesi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Non
lo so Edward. Ero nello studio quando ti ho sentito gridare. Sono
corso e stavi smaniando e gridando come un matto”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Io
non capisco - gli risposi - Mi sono sdraiato ad ascoltare la
musica. Aspettavo di poter uscire per andare da Bella e
poi...” non
finii la frase. Era tutto così strano...</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">E
poi ti sei addormentato ed hai sognato” finì lui
scuotendo la
testa.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Ma
noi non possiamo dormire e sognare. Non mi è mai
successo.”
affermai preoccupato.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Evidentemente
lo stress a cui sei sottoposto ultimamente ti ha fatto un gran brutto
scherzo Edward. Non c'è altra spiegazione. E poi di cose
strane ne
ho viste moltissime e ormai non mi stupisco più di
nulla” continuò
serafico scuotendo la testa con uno strano sorrisetto sulle labbra.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lo
guardai. Ero allibito.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">In
quel momento una voce gridò dal piano di sotto
“Edward vuoi
muoverti per favore? Mancano due giorni al tuo matrimonio e devi
provarti l'abito. Ho tante cose da fare e non puoi rallentarmi
così!!” la voce quasi isterica di Alice mi
riportò alla realtà.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Si
fra due giorni avrei sposato la mia Bella.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Questo
matrimonio sta diventando un incubo per tutti”
commentò mio padre
ridacchiando.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Già
un vero incubo...- risposi - ma papà posso farti una
domanda?”</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lui
mi guardò sapeva già quello che gli volevo
chiedere.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Si
Edward, sarà una cosa stupenda e magnifica. Per gli umani
fare sesso
è una sensazione bellissima ma per noi ancora di
più. L'unica cosa
che non ti devi dimenticare è che lei è umana e
quindi devi fare
molta attenzione a come ti muovi.” mi sorrideva. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Mi
conosceva bene e sapeva che il mio stress era legato a quello e non
al matrimonio di per sè. Avevo paura di quello che mi
aspettava,
avevo paura di farle male.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Ma
non ti preoccupare Edward. Presto la trasformerai e quindi non
avrai più problemi e potrete godervela appieno
entrambi” voleva
tranquillizzarmi ma aveva toccato un tasto a me dolente.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Non
vorrei trasformarla... lo sai. Le ruberò tante cose... come
la
possibilità di avere dei figli” mormorai avvilito
ripensando al
sogno.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Finché
sta con te, non ne potrà mai averne comunque. Lo sai che noi
siamo
sterili, vero?” finì la frase mormorando, andava
sempre un po' in
imbarazzo quando parlava con me di quegli argomenti.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Annui
triste.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ricordavo
ancora il mio sogno, il piacere che avevo avuto a stringere quella
bimba sul mio petto. L'orgoglio di essere padre. Mi sarebbe mancato
tantissimo... ma non potevo fare nulla... il destino aveva deciso
tanto tempo fa per me. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Non
sapevo che il destino avrebbe nuovamente rimescolato le carte
approfittando della nostra ignoranza e mi avrebbe donato la gioia
più grande della mia vita...... la <b>mia </b>Renesmee.</span></div>
<span style="height: 20px; width: 146px;"></span>Pullahttp://www.blogger.com/profile/17400185164952048168noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5235423824513569925.post-64328022551515937322013-02-09T09:33:00.004+01:002013-02-09T09:58:56.178+01:00L'ultimo giorno di scuola<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;"><b>Edward</b></span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Cercavo
di tenere la mente chiusa per non farmi sommergere dai pensieri
gioiosi dei miei compagni di scuola.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Era
l'ultimo giorno prima delle vacanze estive e quando la campanella era
suonata tutti si erano lanciati fuori dalle classi urlando la loro
felicità.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">C'era
chi si lanciava palloncini pieni d'acqua, chi si tirava uova o farina
chi semplicemente rideva felice saltellando come se fosse uscito di
prigione.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sospirai
infastidito da tutto quel trambusto, da tutta quella
felicità.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Le
nuvole ricoprivano il cielo di Forks ma ormai sapevo bene che presto
le giornate sarebbero diventate più limpide e il sole
avrebbe fatto
capolino più spesso fra le spesse nubi che ora lo
ricoprivano e
nascondevano ai nostri occhi permettendomi di comportarmi quasi come
un ragazzo qualsiasi.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Eravamo
giunti l'anno prima in quella piccola città proprio
perché le
giornate di sole erano assai rare e questo ci permetteva di muoverci
con più libertà.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Evitando
tutto e tutti mi diressi verso la Volvo che mi stava aspettando nel
parcheggio della scuola. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">La
mia classe aveva finito con qualche minuto di anticipo e dovevo
aspettare i miei fratelli.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ovviamente
nessuno si girava a guardarmi e nessuno si avvicinava a me. Avevano
imparato in poco tempo a evitarci a lasciarci in pace. E di questo
non potevo che esserne felice.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Li
guardavo scherzare e giocare come se fossero usciti da una scuola
elementare e per un attimo una fitta d'invidia mi travolse il cuore.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Non
mi ricordavo molto dei miei giorni da umano ma sapevo che se non
fossi stato il mostro che ero avrei potuto scherzare e giocare con
loro.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma
ero solo un mostro, un vampiro perennemente assetato di sangue. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">O
certo avevo bevuto da poco, la sete non bruciava la mia gola come
invece succedeva ancora a Jasper, ma avvicinarli, sentire il loro
cuore, il loro sangue pompare nelle vene, il loro profumo poteva
essere una tentazione troppo forte.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Due
ragazze Jessica e Angela passarono vicino a me lanciandomi un
sorrisino timido e scrutando con ansia la mia reazione. Alzai gli
occhi e sbuffai sperando che si rassegnassero una volta per tutte .</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Jessica
era stata la più insistente per tutto l'anno e potevo
percepire nei
suoi pensieri come la speranza di conquistarmi non le fosse ancora
passata.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Si
stava chiedendo come avrei passato l'estate, se sarei andato al mare
o in montagna , se a Settembre all'inizio della scuola mi sarei
presentato finalmente abbronzato o se la mia pelle sarebbe rimasta
bianca come lo era stata tutto l'anno.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sbuffai
irritato non tanto per i suoi pensieri ma per quello che sapevo
sarebbe successo.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">L'estate.
Tutti loro amavano l'estate. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Niente
scuola, pochi compiti da farsi gli ultimi giorni, mattinate passate a
dormire, pomeriggi a prendersi la tintarella, serate troppo corte per
i loro gusti. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ma
per me invece l'estate era un vero e proprio incubo.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Io
odiavo l'estate</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Se
per loro la chiusura della scuola significava tempo libero e
divertimento per me era solo noia, infinita noia.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Non
che mi divertissi a scuola. Odiavo stare chiuso in quel luogo
angusto a contatto con i loro profumini invitanti, odiavo stare a
sentire i professori che ripetevano sempre e solo la stessa cosa che
sapevo a memoria, ma almeno sapevo dove dovevo stare e cosa scandiva
le mie giornate.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Ora
invece avrei avuto le lunghe mattinate da riempire in qualche modo, i
pomeriggi da occupare in maniera diversa aspettando che finalmente
scendesse il crepuscolo, che finalmente il sole lasciasse il posto
alla notte e alla possibilità di uscire e muovermi senza
paura di
far scoprire agli umani la nostra diversità.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Tutto
sarebbe stato uguale, niente avrebbe scandito il passare del tempo.
Presto, come gli altri anni, avrei iniziato a confondere le
giornate......... mescolandole e riducendole ad un lungo e infinito
giorno perenne. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Il
sole e l'abbronzatura non erano certo cose adatte a dei vampiri
meditai scrutandomi le mie pallide mani. Con un sorriso
m'immaginai sdraiato su una spiaggia in costume a brillare come un
cristallo Swarosky sotto il sole e sotto gli occhi ammaliati e
spaventati degli altri bagnanti. Forse avrebbero chiamato la polizia
oppure l'FBI gridando che un extraterrestre era sceso sulla terra e
stava facendo un sonnellino sulla spiaggia.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">No
decisamente era una possibilità da annullare. Niente mare ,
niente
sole e ovviamente niente tintarella per me. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E
purtroppo neanche lunghe dormite mattutine. Non era previsto il
poter dormire nel pacchetto vampiro, neanche d'estate, neanche
durante il periodo delle vacanze. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sbuffai
irrequieto e impaziente. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">I pensieri carichi
di aspettativa degli altri ragazzi erano
decisamente irritanti e finalmente vidi i miei fratelli venire verso
di me .</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Non
li degnai nemmeno di uno sguardo. Ma mi affrettai a salire in
macchina smanioso di allontanarmi da quel luogo troppo affollato di
pensieri felici.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Cercai
di concentrarmi sullo stereo che avevo acceso, di riconoscere le note
della canzone che stavano suonando.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Do,
Mi, Fa , Do .........</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;"><i>Edward,
tutto bene?</i>” la voce mentale di Alice mi distrasse.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Si”
borbottai accelerando ancora come se potessi fuggire da me stesso e
dalla mia angoscia.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Nessuno
parlava, tutto era silenzio ma non nella mia testa. In questo caso il
mio non era un dono ma una maledizione, mentre sentivo il loro
pensieri invadermi, molesti e irritanti tutti votati alle lunghe
giornate che avrebbero potuto passare assieme. Come se non fossero
bastate le lunghe notti..... pensai irritato e scontento al ricordo
del loro amore che spesso mi sommergeva ricordandomi quanto solo
fossi in realtà.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sentire
i loro pensieri carichi di attesa e desiderio era decisamente
fastidioso. Avrei voluto poter gridare loro di stare zitti, di
tacere. Ma già lo stavano facendo e loro non potevano
smettere di
pensare proprio come io non potevo smettere di sentire ronzarmi i
loro pensieri in testa.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Quando
entrammo in casa corsi in camera. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Volevo
stare da solo, volevo pensare e calmarmi. Isolarmi come facevo sempre
più spesso ultimamente. </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Ti
stai piangendo nuovamente addosso?” mi avrebbe sicuramente
chiesto
Emmett,con il suo sorrisino ironico, vedendomi sdraiato sul divano
con gli occhi chiusi e le mani strette a pugno come se volessi
sbriciolare il mondo. Lui come tutti gli altri sapevano cosa mi
stava passando nella mente, ormai mi conoscevano ed ero fin troppo
consapevole di quanto fossero tristi per quella specie di
depressione che mi colpiva sempre più spesso ultimamente.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Odiavo
il mio stato di vampiro e la scuola con la sua routine ma odiavo
ancora di più le infinite e monotone giornate che mi
aspettavano.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Se
la scuola era il mio purgatorio..... l'estate era l'anticamera
dell'inferno.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
“<span style="font-size: medium;">Edward.
Vieni dobbiamo andare, sta venendo tardi ” la voce di mio
padre mi
riscosse dai miei cupi pensieri. Lo guardai enigmatico e stupito,
mentre affacciato alla porta mi osservava felice, e ciò che
lessi
nella sua mente mi strappò un sorriso. Il primo della
giornata.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Lui
e mia madre sapevano benissimo quello che mi stava passando per la
testa, per questo avevano deciso di portarci a caccia di Puma e Orsi
per qualche giorno nella vicina riserva. Tutto era già
pronto......
d'accordo con i miei fratelli, mi avevano fatto una sorpresa.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E
sorridendo scacciai la tristezza dal mio viso e dal mio cuore.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Sicuramente
ero un vampiro, sicuramente odiavo esserlo, sicuramente la noia
sarebbe tornata , sicuramente odiavo l'estate........ ma avevo una
famiglia che mi amava e si preoccupava per me e che soprattutto non
mi avrebbe mai lasciato solo.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E
scuotendo la testa felice corsi giù per le scale dove mi
attendevano
tutti per abbracciarmi e donarmi quella serenità di cui
avevo tanto bisogno.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">E
chiudendo un attimo gli occhi immaginai di essere in partenza per le
vacanze con la mia famiglia come se fossi stato un umano
qualsiasi........unico particolare? </span>
</div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-size: medium;">Stavamo
andando a caccia di puma........e questo non lo avrei potuto certo
inserire nel tema a Settembre.</span></div>
<div align="justify" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
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